Torniamo a vincere

Torniamo a vincereTUTTOmercatoWEB.com
domenica 12 dicembre 2021, 09:30Editoriale
di Gabriele Borzillo

L’episodio Madrid va considerato tale: un episodio, per l’appunto, nulla di più e nulla di meno. Nessun rimpianto per ciò che non è stato e poteva essere, per gol sbagliati da un passo, ultimi passaggi gettati al vento, la poca cattiveria sotto porta che attanaglia i nerazzurri di tanto in tanto. Io, perlomeno, l’ho vissuta così. Una partita senza farmi il fegato grosso, senza bruciori di stomaco, senza incazzature dai mille rivoli: seduto sul divano, birretta, aplomb simil britannico, gatto sulla pancia a fare fusa. Qualcosa distante anni luce dal mio classico modo, probabilmente anche Vostro, di seguire i ragazzi. Un episodio, come dicevo poco sopra. Ripetibile chissà quando. Perché stasera, già lo so, sarò in ansia pallonara nel seguire le mirabolanti avventure dei miei beniamini. 

È stata una settimana, Madrid a parte, relativamente pacifica. Chiacchiere poche, polemiche rasenti lo zero così, siccome non c’è nulla da raccontare qualcuno tira in ballo una storia risalente a dieci, forse dodici mesi or sono: Evergrande vicina al default, trema anche l’Inter. La cosa, spiace per chi di tanto in tanto ne fa uso, che il tifoso nerazzurro è tifoso, mica stupido, è finita dopo un nanosecondo dall’esser stata tirata in ballo, troppo vecchia, trita e ritrita per accendere gli animi dei supporters interisti. Allora, finito il solito racconto, parliamo di mercato, altrimenti come puoi polemizzare per il nulla, visto che da Appiano il nulla esce? Perfino Barellino, maltrattato da Militao a cui l’inflessibile (con noi) direttore di gara Brych ha consentito di menare come un fabbro salvo poi espellere (giustamente) Nicolò per un tanto puerile quanto inutile fallo di reazione pericolosissimo (famoso semi cazzotto sul polpaccio, una roba rischiosa assai ma è il gesto che viene punito), ha chiesto scusa ai compagni e a tutti i tifosi per l’accaduto spegnendo, di fatto, qualsiasi contrasto o contraddittorio. Quindi mercato sia. Dopo i rinnovi già firmati e sottoscritti Marotta e la dirigenza tutta lavorano al prolungamento di coloro che continueranno a far parte di una squadra, quella nerazzurra, per nulla dedita al solito risibile ridimensionamento: certo, abbiamo capito un po’ tutti che non vedremo Benzema coi colori del cielo e della notte, nemmeno Haaland o Kevin De Bruyne se per questo, ma l’idea continua a restare quella di offrire al pubblico uno spettacolo di ottimo livello con interpreti di statura, calcisticamente parlando. Io, opinione del tutto personale, continuo a fidarmi di Beppe nostro e tralascio letture portate a vedere sempre nero, penitenziagite che la fine del mondo nerazzurro è vicina. I nostri dirigenti, sempre per me chiaramente, sono simbolo di totale garanzia, senza se e senza ma. Loro, insieme a chi negli ultimi anni ha messo soldi per costruire la nuova Inter, poi sappiamo come sono andate e come stanno andando le cose in Cina quindi aspettiamo il futuro, assolutamente fiduciosi.

Per intanto il nostro futuro viene dalla Sardegna, una delle più belle isole al mondo che parlare di Mediterraneo lo trovo quanto meno svilente. Il Cagliari non scenderà in campo per una simpatttica (cit.) gita di piacere. E, scorrendo l’undici rossoblù, fatico a collocarlo in una posizione di classifica tanto pericolosa. La loro coppia di attaccanti è di primo livello, il resto buoni professionisti capaci della qualunque. Dovremo essere bravi, più di sempre. Ripetiamo tutti insieme il mantra: non esistono squadre materasso, non esistono squadre già condannate prima del minuto novanta più recupero. Questo mantra i nostri ragazzi l’hanno scolpito nel cervello, sanno già cosa fare e come farlo. Sono solo tre punti, vero, ma fondamentali: se vogliamo scrivere qualcosa di importante nella storia di questa stagione beh, quale occasione migliore per riprenderci la testa della classifica? 

Senza mani a toccare la qualunque, senza troppi gesti scaramantici: torniamo a vincere, sarebbe importante per far capire agli avversari che noi ci siamo. Sempre. E lo scudetto, se vogliono portarcelo via, dovranno sudarselo.