Testa solo sulla Coppa Italia. Per ora...
Adesso per l’Inter la cosa più difficile è far finta che il Campionato non esista più, perlomeno fino a mercoledì sera quando a Roma si proverà ad aggiungere un secondo Trofeo alla Supercoppa Italiana vinta a gennaio. Sempre contro la Juventus, un remake!
Precedo le battutacce: beh, ma il Campionato, inteso come Scudetto, in effetti non esiste più per l’Inter, dopo che il Milan ha superato autorevolmente la ‘fatal Verona’ conservando in classifica due punti di vantaggio, tre con lo sconto diretto a favore, a due partite dalla fine.
Al di là degli slogan “Mai dire mai”, “E’ finita quando è finita”, “Non succede, ma se succede” e via all’infinito, lo Scudetto resterà a Milano anche se l’Inter dovesse fare il pieno di punti. In calendario avanzano Cagliari in trasferta e Sampdoria in casa per i nerazzurri, Atalanta in casa e Sassuolo in trasferta per i rossoneri. Indipendentemente dall’Inter, il Milan può sempre concedersi il lusso di un pareggio per un arrivo a pari punti. E da lì saranno processi sommari, anche somari, su quando e dove l’Inter abbia perso lo Scudetto, sui colpevoli, in società, in panchina o in campo. Banale dire che negli sport di squadra si vince tutti insieme e tutti insieme si perde, ma io sono un uomo pratico e guardo sempre l’ultimo episodio, quando risulta determinante.
Dovesse finire realmente con la beffa dell’arrivo a pari punti continuerò a sostenere che se Radu non se la fosse calciata in porta da solo, l’Inter con un punto in più sarebbe comunque stata Campione d’Italia. Ma nel nuovo mondo del politically correct ad ogni costo, dove le responsabilità devono sempre essere collettive anche quando sono chiare e individuali, guai a dirlo, ma io lo dico, augurando comunque a Radu una soddisfacente carriera altrove. Purtroppo il calcio è fatto anche di immagini iconiche, assai più immediate della filosofia e 20 anni fa, quando il politically correct non andava tanto di moda, non ci si fece problemi a massacrare Gresko, che il 5 maggio a Roma fu solo coprotagonista di un errore difensivo collettivo e con un intero tempo ancora da giocare, Oggi invece, sei senza cuore se osi sostenere, come faccio io, che un portiere di riserva di Serie A con un ingaggio annuale da 1.800.000 euro e un procuratore che lecitamente chiede maggior spazio per il suo assistito, non DEVE combinare un pasticcio del genere, perché non si tratta di una papera, che avrei accettato, ma di un vero proprio suicidio ad un quarto d’ora dal fischio finale. Qui e solo qui in Italia anche le colpe più chiare, evidenti e personali debbono per forza essere riversate su altri, sulle rimesse laterali troppo veloci, sulle circostanze, su chi non lo ha fatto giocare per mesi, prima Conte e poi Simone Inzaghi, insomma sulla società crudele.
Ma è inutile ora anticipare il lungo e interminabile processo che, in caso di Scudetto rossonero, investirà chiunque, magari pure Pippo Olimpionico, che poteva comunque fare di più. Aspettiamo di vedere come va a finire, sperando in un ribaltone che sarebbe pazzesco e concentriamoci ora solo sulla finale di Coppa Italia, perché anche se non varrà mai come uno Scudetto, resta pur sempre un Trofeo da mettere in bacheca. Al proposito affermo che l’Inter è indubbiamente favorita e per questo ha tutto da perdere, visto che ad un certo punto pareva favorita anche in campionato. Lo affermo ad onta della scaramanzia più bieca, che lascio volentieri a chi vive ogni giorno della sua vita pensando che a muoverla siano concetti medioevali come ‘culo’ o ‘sfiga’, alibi sempre di gran moda per spiegare da parte di chi non ce l’ha fatta perché invece l’altro ce l’ha fatta.
E dirò di più: voi ve lo vedete Allegri che, pur nel suo primo anno deludente alla Juve, fa così peggio di Pirlo, al punto da non vincere nemmeno un Trofeo? Io di primo acchito no, ma in realtà non vedo l’ora di vederlo, perché se conta sempre l’ultima partita, sia Inter che la Juve hanno mostrato contro Genoa e Empoli una perforabilità simile ma capacità di reazione molto diverse. L’Inter, sotto di due gol in venti minuti a San Siro, ne è poi andata a fare quattro, mentre la Juve non è mai riuscita a mettere al sicuro il vantaggio a Marassi e ha finito pure per perdere la partita nei minuti finali. In più per Allegri finora gli scontri diretti sono stati proibitivi!
La domanda-chiave è sempre la stessa: come stanno di testa i nerazzurri, dopo che pur vincendo sempre dopo Bologna hanno capito che potrebbe pure non bastare per confermarsi Campioni d’Italia? Sono proprio curioso di scoprirlo all’Olimpico e al momento non voglio capire altro, perché c’è e ci deve essere solo la Coppa Italia. Per ora.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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