Scudetto, ha parlato l'algoritmo e sono cazzi. E ci sono i rinnovi di Marotta, Ausilio e Baccin (fatti)

Scudetto, ha parlato l'algoritmo e sono cazzi. E ci sono i rinnovi di Marotta, Ausilio e Baccin (fatti)TUTTOmercatoWEB.com
sabato 25 novembre 2023, 23:33Editoriale
di Fabrizio Biasin

Niente, ha parlato l’algoritmo e sono cazzi. L’algoritmo ha detto che vince l’Inter. Mica domani, sempre. Lo ha detto l’algoritmo e non c’è niente da fare. Dice che ci sono 84 possibilità su 100 di portare a casa il tricolor. Lo dice senza possibilità di replica. Poi bisogna vedere chi l’ha “programmato”, l’algoritmo. E chi trae vantaggio nel dare spazio, all’algoritmo. Perché è un attimo che da “l’Inter è una squadra ben costruita che ha il dovere di provare a vincere lo scudetto” si arrivi a “l’Inter è obbligata a vincere, lo dice la scienza!”. 

Per dire, l’algoritmo mica lo sa cosa significhi giocare a Torino, in quella che da sempre è una sfida bestiale e figuratevi ora che si affrontano prima contro seconda. Non lo sa, l’algoritmo, eppure sentenzia: “Deve vincere l’Inter perché è più forte e stop”. E questo fetente (l’algoritmo) non lo dice perché lo pensa davvero, semmai perché è meraviglioso buttare il pallone avvelenato nel campo avversario e vedere l’effetto che fa.

Dice: “L’Inter ha la rosa più profonda della Juve”. Eh, grazie al mazzo, l’Inter ha pure la Champions da affrontare.

Dice: “Tutti i giocatori dell’Inter sono più forti di quelli della Juve”. Eh, sì, può darsi. Ma “l’algoritmo” avrebbe detto la stessa cosa due anni fa di, che ne so, Darmian, Acerbi o Dimarco (giusto per citare i primi tre)? No, non lo avrebbe detto, avrebbe detto che erano meglio quelli delle altre squadre, solo che poi questi qui sono entrati in un sistema che funziona e il loro allenatore li ha incredibilmente trasformati in Mandrake e Mazinga Zeta e allora si son tutti convinti: “Figurati se uno della Juve oggi potrebbe giocare titolare nell'Inter!".

La verità è che sì, tanti giocatori della Juve potrebbero giocare nell’Inter. Al qui presente piacerebbe molto vedere Rabiot in un sistema che lo invita ad attaccare; al qui presente piacerebbe molto vedere Chiesa in un sistema che lo invita a “strappare” in continuazione (magari non proprio il 3-5-2, ma vabé); al qui presente piacerebbe molto vedere Vlahovic impegnato a raccogliere cross e assist a raffica e al qui presente piacerebbe molto vedere pure Bremer, Kostic e, vi dirò, persino Locatelli in un sistema che dice “guardate anche e soprattutto davanti a voi” e non “pensate solo a quel che accade dietro”.

Questo per dire cosa? Che la Juve non è debole e distante come “l’algoritmo” vuol far credere, semmai è una squadra furba come il suo allenatore.
Allegri è bravo, signori, altroché. È maestro di comunicazione e di “siete voi i più belli, mica noi poverini” ed è bravissimo anche a proporre e inculcare la sua idea di calcio. Perché parliamoci chiaro, esteticamente la sua Juve sarà anche bruttarella, ma strategicamente funziona eccome. 
La sensazione è che su dieci giocatori presi a caso, in nove potendo scegliere si farebbero allenare da Inzaghi piuttosto che da Allegri, ma questo non significa che i due tecnici abbiano possibilità clamorosamente differenti di vincere la partita di domani e persino lo scudetto. 
I giocatori della Juve appaiono molto più “brutti” di quel che sono in realtà e questa è esattamente l’arma vincente di lor signori, perché sfugge alle leggi che regolano l’algoritmo e agevola coloro che vogliono diffondere il verbo: “Beh, tra le due squadre c’è un abisso, l’Inter deve vincere per forza…”.

Ecco, non fatevi fottere, domani non sarà una partita difficile, sarà una partita difficilissima. E bisognerà affrontarla con l’intelligenza di chi sa che dall’altra parte c’è chi ti lascerà fare: “Prego, venite avanti”. E a quel punto i nerazzurri dovranno essere bravi ad accettare il ruolo di chi tiene il pallino, ma allo stesso tempo dovranno evitare di esaltare i punti di forza del calcio allegriano che tante vittime ha già mietuto (e pensiamo al Milan, ma pure alla Fiorentina). 

E finisce qua. Anzi no, inizia, ché domani a Torino si gioca LA partita con LA maiuscola. E continuerà anche dopo i 90’ minuti perché – ve ne sarete accorti – quest’anno si combatte in campo, ma pure contro quelli che ti dicono “sei il più forte” e sotto sotto sperano di vederti gambe all’aria.
Che poi, la domanda è una e solo una: per che squadra tifa l’algoritmo? Di sicuro non quella che si allena ad Appiano, capisciammé…

Ps. Ieri ha rinnovato Marotta. Fino al 2027. E anche Ausilio e Baccin hanno già firmato il prolungamento, pure loro fino al 2027. Questa notizia vale come prendere Mbappé o Haaland. Non siete d’accordo? Ecco, se non siete d’accordo non avete compreso appieno cosa è successo negli ultimi due anni. 
E forza noi.