Perché Napoli con Madrid c’entra tutto ma non c’entra niente. E su Acerbi…

Perché Napoli con Madrid c’entra tutto ma non c’entra niente. E su Acerbi…TUTTOmercatoWEB.com
lunedì 18 marzo 2024, 22:43Editoriale
di Tancredi Palmeri

Per 60 minuti l’Inter ha fatto quello che doveva fare contro il Napoli. E sono stati anche 60 minuti di troppo. Perché l’Inter sfibrata e ferita, che Inzaghi ha rischierato per 9/11 come l’Inter di Madrid perché voleva che proprio il fantino disarcionato rimontasse subito a cavallo senza farsi venire i cattivi pensieri; beh quell’Inter là aveva anche tutto il prevedibile diritto di fare una partita raccogliticcia e per tirare a campare, visto l’immane sforzo psicofisico e per di più frustrato. E invece per 60 minuti l’Inter si è presa la partita, ha creato da par suo, 4 palle gol nitide e 8 occasioni e nessuna partita contro un Napoli che quatomeno non è andato allo sbando. Poi nell’ultima mezz’ora l’Inter è scomparsa e non gliene si può fare proprio una colpa: non ne aveva più nelle gambe e nemmeno nella testa, il Napoli ha avuto il merito di rimanere nella partita e timidamente si è fatto avanti chiedendo permesso finché non si è accorto che lo spazio per passare c’era e giustamente ci si è infilato. E’ il calcio, anche questa squadra stratosferica è umana e di più era quasi impossible credere.

Dunque se questo pareggio con il Napoli è diretta conseguenza di quanto successo a Madrid, allo stesso tempo non c’entra assolutamente niente, e sarebbe inutile trarne conclusioni e tantomeno relazionarli per evincere un giudizio sul rendimento.

A Madrid l’Inter ha sprecato una occasione per paura di essere sé stessa e per essersi illusa di aver capito appieno l’impatto ambientale della combo stadio/squadra indiavolata. E’ uscita meritatamente, ma di quella gestione sbagliata si trattava. Il Napoli invece non c’entra niente, è uno sforzo fatto con le gambe inzuppate di acido lattico, e anzi tanto hai fatto nello sfiorare la vittoria contro una squadra peraltro disperatamente bisognosa di punti.

Purtroppo però non di solo partita e calcio si può parlare. Perché è successo, o sarebbe successo, l’episodio tra Acerbi e Juan Jesus e non si può ignorarlo.

Parlo della mia esperienza diretta: dagli spalti non ci siamo accorti assolutamente di niente, e personalmente ho saputo quanto era successo circa mezz’ora dopo la fine della partita quando mi trovavo in mixed zone e stavo controllando i social. Pochi minuti dopo Juan Jesus è transitato dalla mixed, si è fermato a parlare tranquillamente con un paio di giornalisti amici fuori dalle telecamere, ed entrambi gli hanno chiesto cosa fosse successo, e lui sereno e non sfuggente né infastidito ha ripetuto; “Non è successo di niente, sono cose di campo”, ma rimanendo poi lì a parlare serenamente di altro.

Ora. Al momento in cui scrivo non abbiamo ancora prova se Acerbi abbia davvero pronunciato un insulto razzista, e non so se mai la avremo.

Non c’è molto da dire. Se l’ha detto è inaccettabile e inqualificabile, e deve essere punito.

Poi ti spiace per Acerbi che è una brava persona, e un gesto simile non lo rappresenta e purtroppo potrebbe anche voler dire terminare la sua carriera in Nazionale e rimanere come una macchia indelebile (per quanto uno come Luis Suarez per pronunciarne una simile ha avuto tutto il tempo di fare anche meglio dopo l’episodio razzistico di cui è stato protagonista, e tutti l’hanno dimenticato e condonato).

Ma se, e sottolineo se badate bene, è davvero successo, non si può soprassedere.

Come detto, temo anche che non avremo una controprova al di là del dialogo tra Juan Jesus e l’arbitro La Penna, ma se fosse davvero successo, con tutta la simpatia umana che può rimanere per una persona che ha sbagliato e che non si riconosce in quello che ha detto, tuttavia non si potrebbe fare altrimenti che punire severamente un insulto inaccettabile.