Non mi fido della Juve, ma proviamo a scappare: gli ingredienti ci sono tutti

Non mi fido della Juve, ma proviamo a scappare: gli ingredienti ci sono tuttiTUTTOmercatoWEB.com
domenica 26 novembre 2023, 19:04Editoriale
di Gabriele Borzillo

L’Inter è di scena a Torino. Recita complicata per la forza dell’avversaria, possiamo stare a fare tutte le chiacchiere del mondo ma la Juventus, al netto di investimenti più onerosi durante le ultime stagione e di un monte ingaggi più alto della serie A, tralasciamo lo stipendio a uno dei migliori allenatori in circolazione, dicono i risultati, magari non piace come gioca ma i punti li fa e nel calcio di oggi conta, rimane squadra forte, tosta, quadrata, calcisticamente rognosa con alto tasso di classe dalla cintola in su, a ben vedere pure in difesa non è che siano messi così male. Aggiungiamo la poca reattività che i nerazzurri mostrano ogni qual volta calcano il prato dello Stadium: diciamo pure ogni qual volta si gioca nel capoluogo sabaudo, anche le partite col Toro non sono solitamente passeggiate di salute. Quindi non mi fido, neanche un po’. Neanche se sulla carta - quanto non sopporto la banalità del sulla carta, sulla carta dovresti vincere senza soffrire con tre quarti delle squadre che compongono il favoloso mondo del massimo campionato italico ma così non è, non lo è mai racconta la storia del pallone, mica il sottoscritto - dovremmo essere più forti dei nostri avversari, facciamo più completi: a una prima occhiata perché, ribadisco, i bianconeri possono schierare uomini di prima, primissima fascia.

Vincere in questa serata novembrina assumerebbe valenza e significato che andrebbero ben oltre i semplici tre punti come da regolamento. Sarebbe un messaggio chiaro e forte a tutti gli inseguitori: siamo qui, non temiamo nessuno consci delle nostre capacità, delle nostre possibilità, andando a giocarcela con chiunque, dovunque, perfino su un campo abitualmente avverso. Motivo per cui vincere in questa serata novembrina potrebbe mandare il morale del gruppone sotto i tacchi, che se non perdono nemmeno dove di solito fanno una fatica tremenda, quando perdono questi?

Sarà la solita Inter, quella classica, quella che Inzaghi ha battezzato come la titolare, anche se in questa Inter di titolare c’è poco, a me piace più l’idea del gruppo che si sta affermando all’interno di Appiano Gentile. La coppia davanti è indiscutibile, Thuram decisivo e insostituibile ormai da tempo con buona pace delle vedove del signore ormai lontano, forse per noi una fortuna inattesa la sua scenetta estiva. Lautaro capitano giusto nel posto giusto al momento giusto rappresentando, dal mio personalissimo punto di vista, l’incarnazione dell’interismo inteso come battaglia sportiva sul campo, voglia di vincere, maglietta sudata al novantesimo, corsa e sacrificio. In mezzo Calha imprescindibile, Niccolò ed Enrico a produrre cose giuste al momento giusto, con Frattesi studente studiante. Dietro siamo tosti, compreso un portiere poco capito in principio e oggi punto fermo senza se e senza ma. Le fasce sono presidiate da cursori dotati di grande tecnica, corsa e piedi buoni, Dimarco ha un sinistro fuori dalla media. Insomma, sono sincero: punti deboli faccio fatica a trovarne ma so che ce ne sono e Allegri proverà a sfruttarli.

Senza paura proviamo a scappare, mettiamo pressione a chi rincorre: gli ingredienti per farlo ci sono.

Alla prossima, avanti l’Effecì.