Nel Dortmund ho rivisto l’Inter di Istanbul. La Champions va sempre al favorito

Nel Dortmund ho rivisto l’Inter di Istanbul. La Champions va sempre al favoritoTUTTOmercatoWEB.com
martedì 4 giugno 2024, 20:04Editoriale
di Gian Luca Rossi

L’ennesima Champions League vinta dal Real Madrid, ripensandoci, non mi ha sorpreso per nulla.
Ero a Wembley a vederla dal vivo e posso dirvi che all’inizio non ero nemmeno molto dispiaciuto di non essere coinvolto, come un anno fa. Tra me e me pensavo “mi godo la partita e vinca il migliore!”
Poi però ho visto dal vivo l’entusiasmo della tifoseria del Dortmund a Piccadilly, in Oxford Circus, in Carnaby Street: una suggestiva muraglia umana che ha invaso pacificamente le strade della City, per non parlare del proverbiale e meraviglioso muro giallonero creato a Wembley a sinistra della tribuna-stampa. Così intimamente ho cominciato a tifare per i tedeschi, perché in loro ho rivisto i tantissimi interisti a Istanbul un anno fa, pieni di speranze nel voler stravolgere un verdetto che troppe volte ha premiato il più forte, il più ricco, il più potente. Ed è finita così un’altra volta.
Ebbene sì, Borussia Dortmund-Real Madrid mi ha ricordato Manchester City-Inter di un anno fa, al di là del risultato finale. L’anno scorso l’Inter aveva accarezzato l’idea di vincere la finale nella ripresa, questa volta i tedeschi hanno giocato un grande primo tempo, fatto di parate di Courtois con un palo e ci hanno creduto fino a poco dopo l’intervallo, quando è arrivato il vantaggio del Madrid: da lì si sono sciolti come neve al sole, fino a subire il raddoppio. Insomma, niente da fare per l’outsider di turno, nemmeno stavolta.  Alla fine la Coppa più prestigiosa va sempre al favorito, al Mammasantissima d’Europa, che sia inglese o spagnolo, costruito per vincere con fiumi di denaro. E se scorrete l’Albo d’Oro della manifestazione vi accorgerete che l’ultima finale tra due outsiders è stata Porto-Monaco, esattamente vent’anni fa. La vinse Mourinho con un sonante 3-0. Da lì in avanti però, la Champions l’hanno vinta sempre squadroni costati una follia, come il Milan di Berlusconi e l’Inter di Moratti.
Hai voglia a dire che ‘non si sa mai’, ‘la palla è rotonda’ e altre boiate del genere. In realtà in Champions da troppo tempo non c’è spazio per le sorprese: si, a volte l’outsider può anche arrivare in finale, come l’Inter l’anno scorso o il Borussia Dortmund quest’anno, ma alla lunga vincono sempre gli stessi squadroni, come il Real, arrivato addirittura a 15 Trofei.
Qui la Bibbia con Davide che senza spada uccide il gigante Golia con una sassata conta zero: questa è la Champions, dove purtroppo vince sempre il gigante.

Così, insieme alla 15 ª Champions vinta dal Real Madrid, ecco la 5ª per Carletto Ancellotti, che ha nuovamente staccato Guardiola che l‘anno scorso contro l’Inter aveva conquistato la sua 3ª Champions.  E per quattro giocatori del Real Madrid è addirittura la 6ª Champions personale: Modric, Kroos, Nacho Fernandez e Carvajal.
Avete capito bene, questi quattro da soli hanno in casa il triplo delle Champions vinte dalla Juventus e il doppio dell’Inter.
E il Real Madrid l’anno prossimo schiererà pure Mbappé! Sulla carta, ma anche sul campo, come si è visto, buonanotte a tutti gli altri!
E se ancora non siete convinti di quel che scrivo, pensate che le sei Champions vinte dal Real Madrid dal 2014 a oggi fanno sì che le merengues ne abbiano vinta una in più rispetto a tutte le altre squadre messe insieme nello stesso periodo, ossia Barcellona, Liverpool, Bayern Monaco, Chelsea e Manchester City.

Per gli inguaribili romantici del ‘non succede, ma se succede’ e intanto non succede mai, resiste in controtendenza il PSG ‘sceiccato’ che spende montagne di denaro ogni anno e che ancora non l’ha vinta. Però anni fa si canzonava nello stesso modo pure il Chelsea di Abramovič, finché, a furia di incamerare top-players ad ogni Mercato, un paio di Champions le ha portate a casa. E se volete la mia opinione, per tutto quello che vi ho detto, temo che a furia di stratificare Campioni ogni anno, il PSG rischia di vincere la Champions, prima di un’altra italiana, Inter compresa ovviamente.