L'Inter spaccatutto ci porta a guardare troppo lontano. E i rosiconi prendano appunti

L'Inter spaccatutto ci porta a guardare troppo lontano. E i rosiconi prendano appuntiTUTTOmercatoWEB.com
martedì 19 dicembre 2023, 17:54Editoriale
di Gian Luca Rossi

L’ennesimo scontro diretto vinto d’autorità a Roma contro la Lazio con l’allungo in classifica sulla Juventus che si è vista tagliare il corto muso a Genova e il sorteggio di Champions a Nyon che ci evitato la sacra trimurti Manchester City, Real Madrid e Bayern München offrendoci alla ripresa il più giocabile Atletico Madrid dell’ex Simeone sono le due ragioni che ci portano a guardare troppo lontano, ma è un errore!

Dico subito che ora non sopporterei di lasciare la Coppa Italia per mano del Bologna, che al momento è in zona Champions League e che insieme all’Inter, visto come ha appena maltrattato la Roma, è la squadra più in forma del Campionato.
Voi mi direte che l’Inter stessa ha già indicato molto chiaramente le sue priorità in questi primi mesi di stagione: lo Scudetto della Seconda Stella viene prima dell’impresa di arrivare di nuovo in fondo alla Champions League.
Prova ne sia che in Europa Simone Inzaghi con tutti i titolari ha giocato solo la gara di San Siro con il Benfica, mentre le altre 5 le ha lasciate più o meno massicciamente ai rincalzi e questo alla fine è costato anche il primo posto nel girone.

Se è così perché mai, sostiene qualcuno, ingolfarsi ancor di più con altre partite di Coppa Italia, senza contare le final four di Supercoppa Italiana nella seconda metà di gennaio?
Tutto plausibile, ma da detentori, anzi bi-detentori della Coppa Italia, così come della Supercoppa Italiana, non voglio lasciare andare la Coppa Italia già adesso.
Magari un calcolo del genere lo si farà più avanti, ma non ora. Sicuramente il turn-over con il Bologna dell’ex Thiago Motta, al di là degli infortuni, perché anche Sanchez non recupera, è pericoloso, ma bisogna trovare la forza di superare anche questo ostacolo e avanzare anche qui.
Se non altro è stata definitivamente smentita, una volta per tutte, la stupidaggine del Calendario favorevole, visto che in Coppa Italia col Bologna ai nerazzurri è toccato l’avversario più duro in assoluto e chi per mesi è andato avanti con la stessa tiritera anche in Campionato la vittoria nell’ennesimo scontro diretto a Roma con la Lazio è stata la pietra tombale su questa teoria da retro-Bar dello Sport.

Prendete appunti, cari rosiconi in servizio permanente effettivo: ad oggi l’Inter contro le attuali prime 10 in classifica del Campionato di Serie A ha raccolto 8 vittorie e 2 pareggi, uno proprio contro il Bologna, dove i nerazzurri furono polli a farsi rimontare a San Siro dal 2-0 al 2-2.
Contro le prime 10 in graduatoria, l’Inter ha segnato la bellezza di 25 gol sui 39 totali subendone solo 5 dei 7 complessivi con una differenza-reti di +20. Se non altro del Calendario favorevole all’Inter ormai non ne parlano più nemmeno nei manicomi.  
Ma guai credere l’Inter invincibile, perché mantenere questo top di condizione psico-fisica ancora a lungo è impensabile: la benzina prima o poi finisce e bisognerà rifare il pieno.
Ora mancano tre partite alla fine del Girone di andata per l’assegnazione del platonico titolo di Campione d’Inverno, tutte e tre abbordabili sulla carta pensando all’Inter spaccatutto e tutti di questo periodo: Lecce a San Siro, Genoa a Genova e Verona ancora a San Siro. C’è la tentazione di aspettarsi 9 punti, ma invece è proprio adesso che serve prudenza perché magari la giornata storta tipo Sassuolo può arrivare proprio in una di queste tre gare. L’Inter oggi comanda la Serie A con 41 punti e dovesse vincere come da pronostico anche queste tre gare arriverebbe al giro di boa a 50 punti, la stessa quota a cui girò un anno fa il Napoli Campione d’Italia uscente.
Ma ho cominciato suggerendo di non guardare troppo in là e infatti io preferisco guardare subito al Bologna a San Siro per la Coppa Italia, perché salutarla già ora per chissà quale strano calcolo, mi darebbe sui nervi. Quindi testa bassa e pedalare forte anche qui.