L'altra pagella dell'Inter

L'altra pagella dell'Inter TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 2 settembre 2021, 20:05Editoriale
di Lapo De Carlo


Come è complicato mantenere una linea di equilibrio tra la realtà delle cose, la critica che cerca di analizzare quello che va e non va, unito a quel concetto di rappresentatività che pretende una militanza del pensiero. In queste settimane mi/ci è capitato di rappresentare i momenti dell’Inter dando un’opinione su ciò che stava accadendo e alla fine sembra essere arrivato il lieto fine.
Sembra non significa che ci sarà certamente e prescinde dalla valutazione che andrà data a Marotta e Ausilio alla fine del Campionato. Significa che il loro lavoro è stato encomiabile, svolto tra tensioni, mille difficoltà e nessun aiuto dalla proprietà.


Significa inoltre che l’esito del Campionato può regalare la seconda stella, come può persino escludere l’Inter dalle prime quattro, per quanto equilibrato è attualmente il torneo, ma resta il fatto che, anche se Inzaghi arrivasse quinto, le scelte fatte in sospensione dai dirigenti sono state ampiamente promosse da tutti, tra tifosi e stampa specializzata, perché le cessioni le ha pretese Zhang e gli acquisti dipendono esclusivamente dai responsabili dell’area tecnica, i quali non hanno potuto reinvestire quasi niente di quello che è entrato.


Per questo alla fine l’esito della stagione, coerentemente, non potrà essere rinfacciato ai dirigenti. Al massimo si potrà fare qualche appunto ma di certo non sconfessare le loro scelte, considerando il coefficiente di difficoltà. Se poi fosse scudetto sarebbe naturalmente un trionfo di un club che al momento ha il corpo ma non la testa.
Fatta questa premessa qualcuno mi ha chiesto conto della mia asprezza verso Suning.


Mi ha sollecitato a tornare sui miei passi, elogiando una proprietà che in questi anni ha fatto tanti investimenti, e mi ha spinto a circostanziare meglio un punto che però aggiungo, non può essere letto solo interpretando al netto le cose.
La vita è più complicata di quanto possa essere un film. Qui non esistono i cattivi e i buoni e non si può pensare di leggere le cose interiste con atteggiamento meramente manicheo.
Si giudica il momento e gli si da uno scenario. Sappiamo tutti che il gruppo cinese nel complesso ha fatto grandi investimenti e ha portato lo scudetto dopo 11 anni di semi anonimato.
Non si tratta di impallinare Zhang dunque ma di pretendere una continuità nella gestione e nella comunicazione, al netto della politica del governo cinese.
Quello che sappiamo della presidenza lo apprendiamo da fonti, indiscrezioni ma ci si aspetta più un addio, un passaggio di consegne entro la fine della stagione che una permanenza dei cinesi a lungo termine.
Si va certamente a supposizioni ma è legittimo aspettarsi che una presidenza normale sia presente a inizio stagione, invece Zhang non parla, resta nel suo Paese e non si mostra da mesi, con Marotta a fare da presidente ad interim.
Ci si abitua a tutto e a molti tifosi che gli Zhang ci siano o meno, che parlino o no interessa poco, quasi niente. E’ invece determinante per la prospettiva, perché se non si sa chi ci sarà alla presidenza e con quali ambizioni, sarà impossibile programmare.
Le splendide pezze che hanno messo i dirigenti possono andar bene una sessione di mercato, i problemi li hanno effettivamente (quasi) tutti, come ha ampiamente dimostrato la Juventus o il Barcellona che ha perso in un colpo solo Messi e Griezmann.
E’ però vero che le altre società, ad eccezione del Milan, hanno una proprietà di riferimento con un orizzonte temporale di medio lungo termine, l’Inter al contrario ha una presidenza silente su cui si possono fare speculazioni o aspettare ancora.
Oggi siamo tranquilli perché va tutto apparentemente bene. Se l’Inter vince niente preoccupa, niente inquieta. Se e quando arriveranno dei risultati deludenti torneranno le domande perché in questo mondo funziona così. Se perdi si fanno inchieste, se vinci a nessuno interessa niente delle questioni societarie.
Sarà bene che Zhang indichi presto quali siano le sue vere intenzioni, senza fare più annunci tonitruanti, senza Messi sulle guglie e “questo è solo all’inizio” ma con una presenza maggiore, anche perché molti si sono resi conto di quanto l’Inter sia stata indirettamente gestita più dalle smanie e le ritrosie del governo di Xi Jimping che dalle ambizioni di Suning.
Amala