In Beppe we trust. E il calciomercato ha riacceso i motori fagocitando tutto e tutti in un susseguirsi di congetture

In Beppe we trust. E il calciomercato ha riacceso i motori fagocitando tutto e tutti in un susseguirsi di congettureTUTTOmercatoWEB.com
domenica 9 giugno 2024, 18:09Editoriale
di Gabriele Borzillo

Lo sapevo. Sissignori, lo sapevo. Siamo partiti in sordina, con qualche nome buttato qua e là poi, improvvisamente, il calciomercato ha riacceso i motori fagocitando tutto e tutti in un susseguirsi di congetture che, neanche a metà giugno, sono già nell’ordine delle decine di nomi. Perché quotidianamente ne salta fuori una diversa, parlando di Inter, ovvio: facciamo un esempio? Il portiere. I nerazzurri, ormai lo sa chiunque, se ne parla da un anno e se n’è parlato tanto anche la scorsa estate, hanno deciso di orientarsi su Bento Matheus Krepski, per gli amici e non solo semplicemente Bento, giovinotto dalle bellissime speranze di base a Curitiba, una delle città più belle del Brasile, più ricche ed ecosostenibili del Sud America, giusto per contestualizzare il luogo dove costui sta svolgendo, e bene, un lavoro complicato e delicato, che scegliere di fare l’estremo difensore è una sfida nella sfida. La cifra stabilita? Una ventina di milioni, euro più euro meno. Ma – pare, si racconta, dicono, mi è giunto all’orecchio che - il club brasiliano sta giocando a rialzo, quando ero bambino andava per la maggiore rincorrersi urlando rialzo, saranno ormai trent’anni che non lo vedo più fare, momento lacrimuccia. Insomma, rialzo o meno, in un lasso di tempo che non raggiunge la giornata solare sono usciti, dal nulla, una lunga serie di nomi: Okoye (il mio preferito per distacco, anche più di Bento), Martinez (quello del Genoa) o Mandas (lo conosco poco) e me ne scordo sicuramente uno o due. Potere del calciomercato, della fame di novità, della rincorsa alle speranze di trovare un campione da tenere in squadra per ennemila anni. E, parliamoci francamente, ci sta il tutto. Perché a qualsiasi tifoso piace fantasticare su ciò che sarà. Su quanto il gruppo verrà potenziato. Sulle rivincite che chi ha perso, magari male, sogna di prendersi con l’avvio del nuovo torneo nazionale.

Quali saranno le strategie dell’Inter, nella fattispecie di Oaktree, non è dato saperlo. A me, opinione assolutamente personale, sembra che la Quercia abbia intenzione di continuare a percorrere il sentiero aperto qualche stagione fa da Steven Zhang e dalla dirigenza nerazzurra: sostenibilità d’accordo ma, al contempo, mantenimento di uno status che colloca, attualmente, la Società nerazzurra nel ristretto gruppo di club, sei o sette, immediatamente a ridosso del binomio Real-City con una spruzzata di Bayern. Certo, capisco anche la storiella del fondo di speculazione, abbassamento ingaggi, venderanno tra poco e il restante blablabla. Ma, proprio perché fondo e proprio perché speculativo, secondo quale astrusa equazione se hai in mano un bene di valore alto e con la possibilità di crescere ancora tendi a ridurne l’appeal? Per liberartene a poco e in fretta? Ovviamente la mia è una domanda assai retorica, nessuno si comporterebbe in questo modo. Nessuno che abbia una minima infarinatura di economia, marketing, finanza.

Eppoi, a vigilare su tutto e tutti, c’è il neopresidente. Voluto e scelto, tu guarda, proprio dal fondo, lui stesso di persona personalmente.

In Beppe we trust.

Alla prossima, avanti l’Effecì.