Il maledetto Giorno della Marmotta (e le 63 occasioni)

Il maledetto Giorno della Marmotta (e le 63 occasioni)TUTTOmercatoWEB.com
sabato 8 aprile 2023, 21:09Editoriale
di Fabrizio Biasin

Sembra di vivere il Giorno della Marmotta. Avete presente? Il film con Bill Murray, del 1993, “ricomincio da capo”, quello in cui il protagonista vive sempre lo stesso giorno, a ripetizione, inesorabilmente. 

Ecco, l’Inter gioca sempre la stessa partita, sempre: tanto possesso palla, parecchie conclusioni più o meno pericolose, qualche palo, pochissima precisione sotto porta, un po’ di sfortuna, qualche errore clamoroso, poi l’immancabile boiata in fase difensiva e buonanotte ai suonatori.

È andata così anche contro la Salernitana. Anzi, è andata anche peggio. In questo caso è arrivato almeno un punto, ma la consolazione è relativa. Di più, nulla. Il gol di Candreva al minuto 90, arrivato con una parabola che definirla clamorosa la sminuisci, azzera ogni genere di buona sensazione accumulata tra andata della semifinale di Coppa Italia e primo tempo dell’Arechi.

Se fossimo in pieno Basso Medioevo (ma pure Alto) parleremmo di fortuna e sfortuna, epperò siamo nel 2023 e ben sappiamo che la sorte va corteggiata attraverso le idee, la convinzione, la concretezza. L’Inter ad oggi non sa cosa significhi “concretezza”, nelle ultime quattro partite di campionato ha messo insieme 63 occasioni da gol con solo due centri (uno su rigore). Segno evidente che sì, è vero, Inzaghi avrà anche le sue mancanze e i suoi difetti, ma la squadra produce in abbondanza e, forse, il problema ha il volto di chi fatica a segnare anche con le mani. 
Lautaro, certo, ma in questo caso l’accanimento appare esagerato (ha tirato la carretta, ha tenuto in piedi la squadra nel pre e post Mondiale, ora è un filo a terra); Dzeko (idem con patate con l’aggravante della carta d’identità). Discorso a parte per Correa e Lukaku. L’argentino a Salerno non è stato il peggiore, ma per l’ennesima volta è rimasto a secco e stiamo parlando del secco sabbioso del Sahara, una roba da dune e cammelli. E poi c’è il belga, reduce da una nottata che ha fatto discutere tantissimo e per la quale merita ogni genere di solidarietà (nessuna esclusa) ma protagonista anche di due errori inaccettabili: quello con la Fiorentina da tre metri, quello con i campani da cinquanta centimetri. Questi due errori azzerano le buone prestazioni “di campo” perché così va: ti muovi bene, crei molto, sbagli troppo. E incassi i 4 in pagella. Al momento va così. 

Ok, basta frignare. Arriva la partita più attesa degli ultimi 12 anni. Si gioca martedì. Contro il Benfica, reduce a sua volta dalla prima sconfitta del 2023 (1-2 con il Porto). Sia chiaro, i portoghesi sono più forti dei nerazzurri (è così), ma per una volta - forse - la squadra di Inzaghi sarà costretta a giocare una partita diversa, col pallino nelle mani dei padroni di casa e il contropiede in quelle degli ospiti. Una buona occasione per uscire dal maledetto e fetentissimo Giorno della Marmotta, una buona occasione per rompere l’incantesimo. 

Ah già, non siamo nel Medioevo: non bisogna rompere gli incantesimi, bisogna semplicemente fare gol quando il gol è questione di tocchi elementari. Eh, dai.