Fino a ieri non potevo immaginare l'Inter senza di lui. Ma ora Skriniar può davvero dire addio
Fino a ieri non potevo immaginare la nostra squadra senza di lui. Ma come, un uomo che incarna la voglia matta di Inter come può indossare una maglia che non abbia disegnate le strisce nerazzurre? Skriniar, nell’immaginario collettivo, era il nostro futuro, l’uomo da cui ripartire a tutti i livelli. Marotta e Ausilio però stanno muovendo le loro pedine di una scacchiera mai così laboriosa e complicata.
Lo slovacco non sembrava avere intenzione di muoversi da Milano, voleva diventare il capitano e simbolo dell’Inter, era il suo obiettivo da sempre.
Ma ora il discorso sembra davvero essere cambiato nonostante le parole velatamente rassicuranti di Piero Ausilio: “C'è sempre ottimismo, per chi fa questo lavoro ci dev'essere. Stiamo negoziando, abbiamo fatto un'offerta importante. Bisogna prendersi il tempo giusto perché il ragazzo e il suo entourage facciano le dovute riflessioni. Per quello che riguarda il suo contratto ci sono persone che stanno lavorando".
Fino a pochi giorni fa nessuno pensava a uno scenario del genere. Dall’ottimismo iniziale ne è passata di acqua sotto i ponti, il tempo scorreva e la firma continuava a non arrivare, tutto ciò bastava per far intendere che la volontà del ragazzo non era così chiara e decisa.
Si sa, quando entra in corsa il PSG la lotta, dal punto di vista economico, diventa impari soprattutto per le squadre italiane. Lo sceicco ha un portafoglio illimitato e l’offerta di quasi 9 milioni annui presentata al giocatore, ha fatto vacillare anche un cuore nerazzurro come lo slovacco.
Skriniar è un campione e, come tale, si è saputo imporre anche in tante situazioni diverse e difficili. Arrivato dalla Sampdoria nessuno pensava potesse imporsi da subito come un titolare, troppo giovane, troppo acerbo: tutti smentiti in un amen e anno dopo anno lo slovacco ha scalato montagne e guadagnato gradi, quasi a issarsi a quello massimo di capitano.
Parlando con Marotta, in occasione del brindisi di Natale in sede qualche giorno fa, ho avvertito una cautela massima sull’argomento. L’Ad nerazzurro, pur rimanendo possibilista, ha fatto capire che la situazione è ancora in evoluzione e che molto dipenderà dal giocatore. Impressione mia: la mimica facciale di Marotta non mi ha lasciato molto ottimista sull’esito positivo del rinnovo.
E’ tutto nelle mani di Skriniar. Il nostro numero 37 deve scegliere se diventare un simbolo dell’Inter, un capitano e un futuro Hall of Famer oppure se accettare l’offerta faraonica del PSG. Sono scelte di vita e, comunque vada, non si potrà fare una colpa al giocatore della sua decisione. Lo slovacco però starà ragionando anche su altre cose: gli esempi di Lukaku e Hakimi potrebbero far ragionare. Le sirene di Parigi e Londra hanno attratto e lusingato i due che però hanno rimpianto la scelta dopo poco tempo. Lukaku è tornato dopo solo un anno, Hakimi ha confessato qualche giorno fa che se potesse tornerebbe a Milano di corsa.
Giocare con Mbappè e Messi sarebbe un sogno per chiunque ma anche indossare la fascia che fu di Zanetti non deve essere male.
Dobbiamo quindi considerare la parte brutta della medaglia perché esiste ed è concreta, quella della partenza di Skriniar da Milano. La fascia di capitano sarebbe stata un giusto premio per un uomo, prima che un giocatore, che ha puntato tutte le sue fiches sulla ruota nerazzurra perché l’ha reputata vincente, l’ha considerata casa.
E’ tutto nelle mani di Skriniar, noi possiamo solo recitare il ruolo di Morpheus in Matrix: “Skri vuoi la pillola rossa o la pillola blu?”.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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