È tutto molto semplice, persino banale. Anche se non sembra
Domanda: è giusto fare chiarezza, capire, comprendere, ricercare, approfondire e trovare soluzioni rispetto al nuovo e maledettissimo caso-scommesse? Certo che sì, è necessario fare tutto il possibile per trovare i colpevoli, responsabilizzarli, aiutarli e così via. Però c’è modo e modo, per la miseria.
Quello che è accaduto a Barella in queste ore (e citiamo Barella perché questo è “l’Interista”, ma il discorso vale alla stessa maniera per tutti gli altri) è assolutamente inaccettabile. È inaccettabile che venga dato risalto alla voce di un signore che sostiene di avere chiavette Usb stra-compromettenti e “mio nipote diceva e faceva” e così blaterando continui a guadagnare spazio qua e là sui media buttando nel calderone nomi di ogni genere e fattispecie. Ma dove siamo finiti, nel Far West?
Anzi, di più: non solo è inaccettabile, ma è anche molto pericoloso, perché non viviamo in un’era dove abbondano i neuroni, tutt’altro. Siamo testimoni oculari di un periodo in cui una marea di fessi decidono che qualunque nome finisca sul piatto debba essere trasformato immediatamente nel nome di un colpevole. “Quello là ha citato Barella, vergogna Barella!”. E hai voglia a spiegargli che Barella c’entra una fava con tutta la faccenda, perché quello si è fatto la sua idea (spesso tele-guidata da sciocche questioni di tifo) e non gliela cambi più.
E allora bene ha fatto Nicolò il sardo ad alzare la voce, a entrare nel social che in genere utilizza per mostrare la sua bella famiglia o un’eccellente bottiglia di vino e a trasformarlo per una volta in una vetrina dove mostrare la sua incazzatura: “Sono stato zitto per troppo tempo, nonostante tutto quello che ho letto sul mio conto. Non mi sono mai piaciuti i giochi d’azzardo, figuriamoci le scommesse (per di più sul mio lavoro).
Voglio tutelare la mia famiglia da questa m***a. Per questo da oggi passerò per vie legali”.
Viviamo in un’epoca strana, quella che premia chi alza la voce e che tratta i casinari come portatori di verità. Il caso scommesse ha colpito alcuni importanti giocatori e lo farà con altri, ma è doveroso che ad assegnare responsabilità e punizioni ci pensi chi è preposto a farlo, non Ciccio Pasticcio che “me l’ha detto mio cuggino”. Eccheccazzo.
Oggi si torna in campo. Meno male. Ben tornata Effecì.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati