Cuadrado, le truffe emotive di Lukaku e il paravento del calcio “moderno”

Cuadrado, le truffe emotive di Lukaku e il paravento del calcio “moderno”TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 20 luglio 2023, 19:55Editoriale
di Lapo De Carlo

Quando la realtà diventa complessa si ricorre alle frasi fatte. Un bel luogo comune e passa tutto: “Le cose cambiano” e “il calcio ormai è business” sono ovvietà che funzionano sempre. Spiegano la forma ma non entrano nella sostanza, dicono tutto e non dicono niente.

In poco più di 48 ore i tifosi interisti hanno preso due schiaffi e metabolizzato i fatti, osservando il mondo da una prospettiva diversa. Nelle ore immediatamente successive alla sparizione di Lukaku e a notizie, una più sgradevole dell’altra, i tifosi chattavano increduli, condividendo lo choc e riversando tutto il disgusto per un comportamento tanto
vile. La notizia di Cuadrado in nerazzurro ha oscurato in parte la nausea per la condotta del belga e così un dibattito si è sovrapposto all’altro.

E’ un’estate nella quale gli arabi, senza alcun obbligo di bilanci in regola, hanno preso a razziare i giocatori, dalla serie A si sono presi Milinkovic Savic, Tonali (al Newcastle di proprietà saudita), Brozovic e tanti altri. La stessa estate nella quale ci confermanoo che il calcio è cambiato, nel quale il Lecco viene respinto dalla B con motivazioni ottuse, pur essendo una società sana che paga gli stipendi e non ha pendenze di alcun tipo.
La mancanza di credibilità che si somma all’orgia del cinismo, ad un calcio fatto di logiche affaristiche, è un tipo di veleno lento ma inesorabile che colpisce alla distanza l’appassionato e pian piano lo allontana da quella dimensione. Questo sport profonde ogni sforzo nel proclamare la sua anima aziendale ma poi ricorda che, a differenza di altri settori, fa i conti con il gradimento dei tifosi.

Quello che ha fatto Lukaku è ammantato di una scorrettezza plateale e soprattutto inedita nella meccanica dell’inganno, perché va molto oltre la scelta legittima di trovare una squadra confacente alle proprie ambizioni.
Sono rimasto colpito dalla formidabile indifferenza con la quale, due giorni dopo il suo voltafaccia, ha pubblicato un video nel quale ci sono immagini della sua casa, la sua vita, la piscina, i bambini e la maglia del Chelsea, con la musica sotto. 

Parliamo di un soggetto che negli anni ha sfruttato le emozioni delle persone convincendole di essere legato alla loro squadra. E’ andato al Chelsea dopo due anni di Inter scrivendo una letterina posticcia nella quale dichiarava che il Chelsea era il suo sogno, per poi fare una capriola pochi mesi dopo, sostenendo di essere pentito e voler tornare all’Inter. Nella stessa intervista dichiarava sfacciatamente che non sarebbe mai andato al Milan o alla Juve.

Il 13 giugno, poco più di un mese fa, dopo la finale di Champions ha scritto o ha fatto scrivere sul suo profilo social: “l’Inter ha ancora fame e torneremo a combattere con la speranza di raggiungere un giorno quel momento in cui si scrive la storia” mentre il suo avvocato contattava Milan e Juventus. Ha fissato negli occhi i dirigenti, affermando di voler restare in nerazzurro e persuaso i compagni di squadra di essere parte del gruppo, salvo negarsi persino a loro al telefono.

L’ingenuità può risiedere nel non aver pianificato per tempo un piano B da parte della dirigenza ma anche nel calcio una stretta di mano e un rapporto complessivo di tre anni, al termine del quale un giocatore chiede di essere ripreso a titolo definitivo dal club, vale come impegno.
La gravità della sua amoralità risiede nell’abbassamento ulteriore dell’asticella che permette a qualcuno persino di giustificarlo, anzi di sostenere che ha fatto bene, come ha detto Boninsegna.

Questa vicenda si somma all’addio freddo, privo di empatia di Skriniar, uno che sembrava avere le stimmate del capitano e se ne è andato come fosse entrato e uscito da un centro commerciale, seguito da Brozovic che ha postato un tendone da circo e un commento sarcastico perché non gli piaceva la foto di addio sulla pagina dell’Inter. Ha messo anche quattro righe di commiato dai tifosi dopo 7 anni in nerazzurro.  
Sono anestetizzato all’arrivo di Cuadrado, con l’augurio che giochi bene. Mi sorprende molto la decisione di puntare proprio su di lui ma fa tutto parte di una contraddizione.

All’Inter è stato digerito e persino rimpianto uno come Conte che, rispetto a Cuadrado, era non solo juventino ma uno dei “front man” dell’era moggiana.
Il tifoso è più legato alla squadra che al singolo ma la gente compra le maglie col nome dei giocatori sulla schiena, chiede l’autografo, cerca il selfie, ama credere che quel giocatore sia “uno di noi”. E’ un fatto che meriterebbe più dignità.
 
Amala