BAR ZILLO - Sono tornati (pare)
In archivio anche la seconda giornata, maddai tutto sommato è stato un inizio facile, di cosa ci si lamenta cosa. Già, vero, un inizio facile: però io ricordo i tentennamenti, i balbettii post Villareal, post amichevoli estive nella loro totalità. E qui si faceva sul serio, non erano semplici amichevoli. Sicché, dopo Lecce, non dico siano volate critiche sull'Inter, questo no: ma, siamo onesti, i nerazzurri non sono stati trattati con la stessa magnanimità capitata ad altri, senza stare a scomodare una direzione di gara che ancora oggi, son passati nove giorni, continuo a fare una fatica enorme a comprendere.
Vabbè, è stata una serataccia di un giovane arbitro che voleva dirigere all'inglese e, alla fine, non ha azzeccato un intervento importante che fosse uno, sorvolando su un rigore solare, un fallo inesistente ma fischiato senza perché, un intervento ai limiti del regolamento che sono comuni pestoni su un campo sportivo: insomma, un corollario di errori francamente poco comprensibile ma ci sta, figuriamoci. La vittoria al minuto novantaquattro ha fatto storcere il naso a parecchi, come se segnare a fine partita o dieci minuti prima potesse avere un'importanza differente sull'esito finale dell'incontro. No, garantisco che sempre tre punti vale il successo: oltretutto bastava vedere la partita per rendersi conto di come l'Inter avesse costruito una quantità importante di occasioni da rete non sfruttate per demeriti nerazzurri accanto a parate clamorose dell'estremo leccese. Una concatenazione di eventi che ha trascinato il pareggio fino a quel colpo di pancia-coscia importante molto più dei semplici tre punti.
Spezia, al contrario, è stato una partita diversa: l'Inter stava molto meglio di una settimana prima, i suoi giocatori stanno lemme lemme ritrovando tempi e forma, anche Simone Inzaghi ha fatto la cosa più logica possibile schierando il miglior undici possibile con il riposo di Gosens e il rientro di Denzel e Bastoni. Poi i nerazzurri hanno un'arma davvero letale: la coppia di attaccanti. Lukaku e Lautaro sono, ci fosse stato bisogno di ulteriori controprove, estremamente compatibili, sembrano cresciuti per giocare insieme fin dalle giovanili, si completano alla perfezione. Ecco, quei due lì ti danno l'idea di partire sempre con un golletto in saccoccia: ancora un filo di pazienza, la coppia può solo migliorare.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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