BAR ZILLO - Questione di testa
Diciannove. Tanti sono i gol che l’Inter ha segnato grazie ai colpi di testa. Nella speciale classifica, una delle tante che puntellano l’universo calcistico, prima, senza se e senza ma. Perché la testa è importante: per andare a prendere palloni che spiovono, per controllare ciò che accade sul terreno di gioco. Quindi, stabilita senza alcuna possibilità di smentita la nostra leadership nel gioco aereo, manca l’altro aspetto. Come usare la capoccia in campo senza doverla necessariamente adoperare per deviare palloni. E qui, siamo sinceri, pecchiamo un filo. Facciamo anche più di un filo, dai. Il film di questo campionato, potessimo riavvolgerlo, ci mostrerebbe diverse situazioni nelle quali non siamo stati capaci di amministrare partite dominate, alcune anche in lungo e in largo.
C’è da capire se questa mancanza di razionalità dipenda da insicurezze che francamente non riesco a comprendere, andate a leggervi i nomi della rosa e scoprirete come, a parte qualche sperduto neofita, tutti quanti abbiano giocato gare importanti, internazionali, finali europee e mondiali giusto per chiarire, mica la finale dei bagni vittoria vedete voi dove, o da certezze che si trasformano in pericolosissimi boomerang. O, ancora, da blackout improvvisi scaturiti dal nulla, la luce si spegne improvvisamente e non riesci a capire il perché. Lo premetto immediatamente: non appartengo alla parte di tifosi per i quali è sempre e comunque colpa di Inzaghi. Proprio per il motivo ampiamente spiegato poco sopra: l’Inter non ha a che fare con ragazzini persi nel pericoloso mondo del Meazza, dove ogni brusio è amplificato millemila volte e un fischio ne vale non so nemmeno quanti: sono grandi professionisti, abituati a platee importanti, alle televisioni, al mondo intero che ti osserva.
No, più ci penso e più mi convinco che l’allenatore, sotto questo aspetto, c’entri davvero tra lo zero e lo zero. Altrimenti, secondo logica, davvero credete che il Pochettino di turno possa avere un peso specifico sul carattere o la resa, faccio per dire, di Messi? Mbappè? L’impressione, la mia impressione, è che troppo spesso l’Inter si specchi nel quanto siamo belli quanto siamo forti salvo, alla prima difficoltà, sbracare. Ecco, magari il primo acquisto, per la prossima stagione, sarebbe meglio fosse la testa. Non per saltare, piuttosto per amministrare.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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