Altobelli: "Lautaro spronerà tutti. Ora faccia come me: tripletta dopo il rientro-lampo"

Altobelli: "Lautaro spronerà tutti. Ora faccia come me: tripletta dopo il rientro-lampo"TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 08:51Rassegna Stampa
di Marco Corradi

Nel suo intervento ai microfoni della Gazzetta dello Sport, il grande ex nerazzurro Spillo Altobelli si espone su Lautaro Martinez: "Non ho bisogno di aggiornamenti dettagliati, Lautaro col Barcellona ci sarà, punto e basta. Me lo sento da mercoledì scorso, da quando lo abbiamo visto uscire a Montjuic. Sono stato capitano dell’Inter anch’io, so che cosa significa dare tutto per giocare una partita così".

E che cosa significa?

"Inter-Barcellona è la partita dell’anno, anzi di più. Per posta in gioco, per valore dell’avversario, per quello che rappresenta per il momento della carriera di Lautaro, la partita contro i blaugrana è una di quelle che ti capita di giocare una volta ogni... non so quanto. E Lautaro l’Inter. Per questo ero sicuro che avrebbe stretto i denti, facendo di tutto per giocare".

È questo l’esempio più bello che un capitano può dare al resto della squadra?

"Lautaro non deve dimostrare niente a nessuno, perché dà l’esempio ogni giorno e a ogni partita giocata: è l’ultimo a mollare, lo vedi lottare su un pallone anche nel recupero di una partita già decisa. Detto questo, non ci sono dubbi che il recupero lampo per il Barcellona sia un segnale importante per tutto l’ambiente. E l’Inter ricambierà, mettendosi al servizio del suo uomo più importante".

In che condizioni si aspetta di ritrovarlo?

"Ah beh, questo può saperlo solo lui. Ma già averlo in campo può dare la carica a tutti. E quando dico tutti allargo davvero il discorso, senza alcun tipo di confine, dai compagni per i quali Lautaro è da sempre il punto di riferimento, a Inzaghi, che sa benissimo quanto la ThuLa possa fare la differenza specialmente contro una squadra che difende altissima come il Barcellona, fino ovviamente ai tifosi: ricordate la sua esultanza dopo il gol al Bayern, Lautaro che ruggisce sotto la curva? Ecco, per battere il Barça a San Siro avremo bisogno di tutto questo. Tornando alla condizione del capitano, mi piace pensare che possa fare come... Altobelli".

Ovvero?

"Aprile 1986, semifinale di ritorno di Coppa Uefa con il Real Madrid al Bernabeu. Si parte dal 3-1 dell’andata, ma loro scattano forte, segnano, poi arriva un’entrata killer su di me. Il ginocchio è un vulcano, si gonfia e continua a gonfiarsi, così sono costretto a uscire. Passa il Real, 5-1 ai supplementari. Il giovedì mattina, rientrati alla Pinetina, con il morale sotto le scarpe, Corso mi guarda e mi dice: “Spillo, che cosa vuoi fare? Torni a casa o ti fermi qui a fare terapie e massaggi?”. Rimango, ovviamente, e quattro giorni dopo parto titolare contro il Como. Sapete come è finita? 3-2 con tripletta di Altobelli".

Con tutto il rispetto per quella tripletta e per il Como, però, l’avversario adesso si chiama Barcellona…

"Ed è una squadra fortissima, piena di talento, con mille armi per farti male come abbiamo visto nella gara di andata. Direi il peggior avversario possibile da affrontare in questo momento per l’Inter: la stagione lunghissima, giocata sempre ad altissimo livello, adesso si sta facendo sentire sulle gambe dei giocatori di Inzaghi. Nella vita e nel calcio, però, niente è scontato: l’Inter può fare l’impresa".

Quali sono gli elementi che più la convincono in questo senso?

"Per prima cosa, la storia dell’Inter durante la gestione Inzaghi: raramente la squadra ha fallito appuntamenti come quello di San Siro. E poi c’è il 3-3 di Barcellona che dà fiducia: ok, loro sono pericolosissimi, Lamine Yamal è devastante, ma noi durante il primo round siamo stati in vantaggio ben due volte, e nella prima occasione eravamo avanti 2-0. Da lì bisogna ripartire: quel 3-3 spettacolare conta poco ai fini del risultato finale perché sarà come ricominciare sullo 0-0, ma quel pareggio ha dato forza all’Inter. Ora tutti ad Appiano sanno che si può fare, che la finale di Monaco è un obiettivo realmente alla portata. Ci sarà da tener duro, da soffrire, da stringere i denti per una notte ancora e poi, se tutto andrà come spero, Lautaro e compagni avranno tutto il tempo per presentarsi tirati a lucido all’ultimo atto".

Ci sarebbero anche tre giornate di campionato da giocare, provare a vincerle tutte e farsi trovare pronti in caso di scivoloni del Napoli.

"Certo, è vero, ma la Champions a questo punto passa sopra ogni cosa. Perché in Europa l’Inter ha dimostrato di avere tutto quello che serve per alzare la coppa: una difesa quasi impeccabile, uno spirito indistruttibile, un gioco europeo e due attaccanti, Lautaro e Thuram, sempre decisivi quando conta. Lo scudetto è tecnicamente ancora possibile ma è in salita: il destino è nelle mani del Napoli. In Champions no, Inzaghi e i suoi sanno che giocando da Inter possono battere chiunque".

Il pensiero di Spillo, insomma, ricalca quello di Inzaghi: priorità all’Europa.

"Cosa c’è di più bello di vincere una Champions? Sarebbe il sigillo perfetto sul ciclo di Simone e di questi giocatori. Per rendere l’idea, ancora una volta guardo al capitano: Lautaro ha vinto tutto con l’Inter, scudetti, Coppe Italia, Supercoppe, e poi Mondiale e Coppe America con l’Argentina. Gli manca solo la Champions, e quando il destino chiama...".