Javier Zanetti a Verissimo: "Quando mi hanno detto che mi aveva preso l'Inter, pensavo fosse uno scherzo"

Javier Zanetti a Verissimo: "Quando mi hanno detto che mi aveva preso l'Inter, pensavo fosse uno scherzo"TUTTOmercatoWEB.com
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domenica 19 novembre 2023, 18:30Primo piano
di Marco Corradi

Sorpresa a tinte nerazzurre negli studi di "Verissimo", dove interviene Javier Zanetti. L'occasione è quella del cinquantesimo compleanno di Pupi, che ha al contempo presentato il suo libro "Un legame mondiale", in cui narra della sua vita tra Italia ed Argentina. Di seguito le sue parole: "Ho appena compiuto cinquant'anni, metà li ho passati in Italia. Non me li sento, ho una maniera di interpretare la vita ancora da giovane e da sportivo. Ho acquisito tanto dal vostro paese. Sono arrivato molto giovane, il calcio italiano era un'opportunità che sognavo da bambino quando giocavo a calcio nel quartiere coi miemi amici. Quando è arrivata l'Inter, non potevo rifiutare". 

Da giovane ti scartarono perchè troppo gracilino...

"Successe all'Independiente e fu un durissimo colpo. Col senno di poi posso dire che le cose succedono per un motivo e che da quella situazione spiacevole ho ricavato un insegnamento importante. Lavorando con mio papà che faceva il muratore, ho capito tutti i sacrifici che facevano per me. Questo mi ha fato crescere e diventare uomo". 

Poi sei arrivato all'Inter.

"Quella dell'Inter è stata una chiamata inaspettata. Giocavo da poco in Serie A col Banfield, non una squadra tra le più conosciute del panorama argentino. Allora ero in Sudafrica con la Nazionale allenata da Passarella, ex giocatore nerazzurro, che mi chiama nel suo ufficio per darmi una notizia. Ero molto sorpreso e lui mi dice che è arrivato negli uffici dell'Argentina un fax che diceva che l'Inter aveva comprato Javier Zanetti, ed era orgoglioso di me. Lì per lì non ci credevo e pensavo fosse uno scherzo. Chiamai Paula per chiederle se la notizia fosse vera e ricevetti delle conferme emozionate. Sono arrivato in Italia pieno di sogni, con la consapevolezza di aver avuto una grande opportunità. Poi sapete tutti com'è andata".

Sei diventato il Capitano dell'Inter, con la C maiuscola. Il campo ti manca?

"Sono passati tanti anni. Ora sono vicino alla squadra e faccio parte dell'altro team, quello dei dirigenti. Cerco di contribuire ad ogni decisione e dare qualcosa negli allenamenti. Ciò che ho vissuto sul campo rimarrà per sempre, sono momenti unici, ma ora faccio un altro tipo di percorso". 

Nel libro racconti un momento triste della tua vita, la morte di tua mamma.

"Vinciamo la Coppa Italia, battendo il Palermo all'Olimpico di Roma, e durante i festeggiamenti prendo il cellulare. Qui trovo un messaggio vocale di mia mamma, felicissima e in lacrime perchè aveva visto la partita e mi aveva visto alzare il trofeo. Quella è stata l'ultima volta in cui l'ho sentita, perchè la mattina dopo mi è arrivata la notizia della sua scomparsa. Mio papà non mi ha chiamato perchè non riusciva a parlare, ci ha pensato la persona che li aiutava a casa. Mamma si è addormentata e non si è svegliata più, morendo nel sonno. Ho vissuto un momento di grande tristezza, passando dalla gioia per un trofeo a un dolore senza paragone, e la mattina dopo sono volato in Argentina per darle l'ultimo saluto. Per fortuna ha conosciuto Sol e Nacho, due dei nipotini. A Tommy abbiamo raccontarlo tutto di lei, conosce la nonna come se l'avesse vista dal vivo". 

Eri riuscito a dirle tutto o hai dei rimpianti?

"Parlavamo spesso e di tutto, lei ha sempre saputo i miei sentimenti per lei. Sarà sempre dentro di me, ora ci guarda dall'alto e ci protegge. Mio papà? Ora è in Argentina e sta bene, non è stato facile per lui trovarsi da solo. Ogni volta che torno a casa passiamo tanto tempo insieme e quando sono qui ci sentiamo ogni giorno. Vede tutte le partite dell'Inter e della Nazionale". 

Quando è stata importante la famiglia nei tuoi successi?

"La serenità della famiglia è la cosa più importante. Avere Paula con me in un altro paese è stato fondamentale. Le dico sempre (la moglie è in collegamento, dopo aver fatto una sorpresa a Javier insieme ai figli ndr) che senza di lei non so come avrei fatto. I primi passi con l'Inter, quando non vincevamo, sono stati molto difficili e avrei fatto molta fatica a superarli da solo. Lo stesso vale per i primi passi da dirigente. Ogni singolo risultato che ho ottenuto è merito suo".

Il tuo figlio più piccolo dice di voler imitare la tua carriera. Hai un erede?

"Gioca a calcio, tifa Inter e si diverte molto. Magari facesse ciò che ho fatto io, sarebbe un onore".