Stankovic è il futuro che abbraccia il passato. Le parole di Chivu non sono banali

"Sono felicissimo (della crescita di Stankovic, ndr.). Lo conosco da piccolo. Io, insieme al papà e al fratello, sono il suo primo tifoso. Gli ho trasmesso i valori nel calcio. Ha avuto il coraggio di tagliare il cordone ombelicale e di andare a farsi le ossa in Svizzera. Poi al Bruges, che lo voleva fortemente, è un ragazzo intelligente che capisce bene quale è la sua strada, quale la sua ambizione. Lo guardiamo con interesse, non credo che ci sia qualcuno più interista di lui, sta avendo delle prestazioni tali da permettere al nostro scouting di guardarlo e seguirlo. Si tratta di un prodotto del nostro vivaio, ha i colori nerazzurri nel sangue e mi piace vederlo a questi livelli". La descrizione, precisa nei suoi minimi dettagli, del centrocampista serbo Aleksandar Stankovic non proviene da una figura qualunque. A parlarne in questi termini è, infatti, il tecnico nerazzurro Cristian Chivu, che ha vissuto la crescita del figlio di Dejan da una posizione privilegiata: prima come compagno di squadra, e amico, di suo padre, e poi come allenatore dell'Inter Primavera, di cui Aleksandar è stato assoluto protagonista.

Cosa ci dicono le dichiarazioni di Chivu

La redazione de L'Interista lo riferisce da tempo: l'Inter appare orientata ad esercitare l'opzione di riacquisto per riportare Stankovic a Milano, dal Brugge, per una cifra pari a 23 milioni di euro. Con in mente l'intenzione di renderlo parte integrante del centrocampo nerazzurro nelle stagioni a seguire. Ciò nonostante il crescente interesse delle big europee per il suo profilo - in particolare, dell'Arsenal - che vorrebbero sondare il terreno con la dirigenza nerazzurra per comprendere la fattibilità di un'eventuale operazione da imbastire con i meneghini. L'Inter non sembra intenzionata ad ascoltarle: il futuro di Stankovic appare sempre più destinato ad avvenire nel solco di un passato glorioso e indimenticabile.