L'ex preparatore difende Inzaghi: "Dimarco sempre fuori al 60'? Questa cosa è falsa"

L'ex preparatore difende Inzaghi: "Dimarco sempre fuori al 60'? Questa cosa è falsa"TUTTOmercatoWEB.com
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Oggi alle 15:15News
di Marco Corradi

Nel suo intervento ai microfoni di Tuttosport Fabio Ripert, storico preparatore atletico di Simone Inzaghi che l'aveva seguito anche all'Inter, risponde così alle parole di Federico Dimarco: "Più giochi, più sicuramente hai un adattamento a quel tipo di sforzo, ma è anche vero che consequenzialmente hai pure maggiori possibilità di farti male. Dimarco è un ragazzo intelligente, non penso volesse criticare Inzaghi, anche perché il mister prendeva delle scelte per tutelarlo e averlo più fresco nelle partite successive.

Ricordiamoci che è stato Inzaghi a volerlo all’Inter, a differenza degli allenatori precedenti che l’avevano lasciato andare via a farsi le ossa. Noi siamo stati il gruppo squadra che ha giocato di più, nella singola stagione, nella storia dell’Inter. Si deve ragionare su 60 partite, non solo sull’inizio della stagione. Quando affronti partite come quelle di Champions o i big match in campionato il dispiego cognitivo e mentale è massimale. Ci sta che il mister decida di farti giocare un’oretta e poi toglierti, anche perché nel 3-5-2 i quinti consumano davvero tantissimo".

Poi conta anche la prestazione.

"E i compagni di squadra, Carlos Augusto e Darmian sono forti! In più, se va a leggere le statistiche, vedrà che non è vero che Dimarco veniva sempre sostituito al 60’, almeno all’inizio dell’anno non era così (in effetti, statistiche alla mano, nelle prime sette giornate di campionato l’azzurro giocò sempre titolare e per quattro volte rimase in campo per 90 minuti, ndr)".

Non si può giocare sempre.

"Se fai 90’, la partita dopo fai altri 90’ e così via, la percentuale di infortunio si alza, è matematico: il corpo ha bisogno di almeno 70 ore per recuperare tutti quanti i meccanismi metabolici, l'aspetto aerobico e anaerobico. Non puoi pretendere che un corpo vada avanti all’infinito senza risentirne".