Inter, che festa: dai cori personalizzati a Thuram (padre) con la maglia dell'Inter

L'Inter campione d'Italia 'urla contro il cielo', lì proprio dove da circa un mese brilla una nuova stella. La sfilata dei protagonisti, le voci di Tananai e Ligabue tra quelle di migliaia di tifosi, gli scherzi, i sorrisi e i bambini giocosi: tutto questo in un San Siro letteralmente ubriaco di felicità.
"Scorrono i campioni uno per uno a fine partita, con un simbolico 20 su maglia nerazzurra, e lungo quella passerella di una ventina di metri danno il 5 a tutta l’altra Inter schierata ordinatamente ai lati: staff comunicazione, collaboratori tecnici, vicepresidente Zanetti, d.s. Ausilio, vice d.s. Baccin e i due a.d. Marotta e Antonello (c’è pure un Paolo Bonolis imbucato), come a ribadire che lo scudetto è stato uno sforzo collettivo - si legge su La Gazzetta dello Sport -. A Torino sarà venuto un infarto a qualcuno nel vedere come era vestito un altro padre: pure Lilian Thuram, colonna della Signora che fu, aveva addosso (al contrario) la maglia nerazzurra del figlio. Certo, quando la Nord ha cantato “chi non salta bianconero è” e Marcus vicino al babbo si è messo a saltellare, Thuram senior gli ha rifilato uno scappellotto: tutto bonario, tutto concesso sotto a questo cielo".
Di certo non sono mancati i cori personalizzati per ogni calciatore della Beneamata: "Lo stadio intona i cori personalizzati ascoltati in questo anno in cui a San Siro si sono registrate oltre un milione e 700mila presenze, ma il volume più alto è riservato a Calha, regista strappato al Diavolo e diventato “idolo neroblu”, a Simone Inzaghi, tecnico entrato nel cuore di questa gente come solo pochi altri, a Lautaro, bomber e capopopolo con la fascia".
I fuochi hanno chiuso la stagione casalinga dell'Inter: "L’ultimo atto di una festa da ricordare è nei fuochi di artificio che accendono ancora più i sentimenti: ore e ore dopo la fine della partita sono ancora in migliaia tra le torri dello stadio e il piazzale a sgolarsi per il coro più classico, «i campioni dell’Italia siamo noi». Si tornerà in questa chiesa solo tra qualche mese e con una maglia tutta nuova, dotata di scudetto e due stelle, ma nessuno scorderà mai queste settimane di festa senza fine".
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