I mal di pancia dei giocatori dietro all'esonero di Mourinho
Mentre le scosse di assestamento del terremoto Superlega ancora stentano a diminuire, la settimana calcistica ha consegnato agli appassionati il crollo di un altro pezzo della storia recente di questo sport: Josè Mourinho.
A causa del golpe tentato dalle 12 big d'Europa, l'esonero al Tottenham è passato quasi inosservato. Ma l'avverbio è d'obbligo, quando si parla dello Special One.
Se sui media portoghesi già rimbalzano le parole dell’ex pallone d’oro Rivaldo su un suo possibile approdo in un non meglio definito club brasiliano, The Athletic ha riportato dei veri e propri spifferi trapelati dallo spogliatoio degli Spurs, che svelerebbero i motivi del licenziamento.
L'atto d'accusa mosso nei confronti del tecnico di Setubal dai suoi (ex) ragazzi è di aver estirpato la cultura del club. I giocatori, abituati alla chiara filosofia di gioco degli anni di Pochettino, si sono trovati di fronte a un approccio completamente diverso. Talmente orientato alla tattica e allo studio ossessivo dell’avversario, da indurli a dimenticarsi del proprio gioco. Nei 17 mesi sotto la direzione di Mourinho, la squadra ha conosciuto noiose sessioni di allenamento, per nulla provanti dal punto di vista atletico, sedute tattiche così concentrate sulla fase difensiva, da rendere gli atleti insicuri e indecisi su come attaccare.
Il fattore psicologico, su cui il portoghese ha costruito gran parte dei suoi successi, questa volta si è rivelato controproducente. Le dure dichiarazioni pubbliche con cui in passato il tecnico è riuscito a ottenere il meglio dai suoi uomini, a Londra non hanno funzionato. Molti giocatori del Tottenham non gradivano le aspre critiche del proprio allenatore, tanto da spingere la società a chiedergli di smetterla.
Per non parlare dell’impopolarità di Joao Sacramento, l’assistente che ha preso il posto dello storico Rui Faria, perno dell’intera carriera dello Special e tra gli uomini fondamentali che portarono l’Inter a conquistare il Triplete.
La classifica del Tottenham – che oggi è a 5 punti dal quarto posto - sembra così essere stata la naturale conseguenza di una situazione ormai irrimediabile. Mourinho, isolato nel club, dentro e fuori dal campo, si è trovato a vivere un nuovo esonero, senza portare a casa alcun trofeo per la prima volta nei suoi ultimi 19 anni di lavoro. Dai tempi del suo passaggio dall’Uniao Leiria al Porto, per intenderci.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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