Enzo Bucchioni: "Conte, le sei condizioni per restare"
Allora una domanda su tutte: Conte resterà all’Inter o no?
Roba da non dormirci la notte e se pensate che lo scudetto non ha ancora la matematica o l’aritmetica, ci siamo messi un pezzetto avanti.
Questo però, assieme alla panchina della Juve, è il tema dei temi. E il tormentone dei tormentoni. Soprattutto adesso che dopo sette mesi Steven Zhang è tornato in Italia e fra un festeggiamento e l’altro dovrà disegnare l’orizzonte nerazzurro del prossimo futuro. Intanto, alla faccia dei soliti noti, farei un grande applauso ai signori Zhang che comunque sull’Inter hanno messo un pacco di milioni, l’hanno riportata in prima fascia e soprattutto a vincere. E’ tanta roba. Se poi è arrivata la pandemia, se il governo cinese ha le sue idee, se il calcio in Cina va dismesso, è tutta un’altra storia.
Dopo gli applausi, ora però Zhang dovrà fare chiarezza e dire ai suoi collaboratori più stretti, Conte in testa, cosa succederà appena finita la musica della festa, quando gli amici se ne andranno. E’ questo il nocciolo del problema.
Come sappiamo, nel suo contratto da dodici milioni di euro l’allenatore ha una opzione per il terzo anno e l’opzione va fatta scattare.
Cosa chiederà Conte?
Più o meno questo:
1) Sapere se l’Inter sarà venduta o se il prestito in arrivo consentirà comunque a Zhang di rimanere in sella
2) In caso di cessione, più o meno i tempi
3) Se Zhang dovesse rimanere quali saranno gli obiettivi
4) Conte chiederà poi un piano di potenziamento ragionevole, investimenti che consentano di essere competitivi in Champions e in campionato
5) L’organico ha bisogno di ritocchi, ma dovrà essere chiara la conferma di Lukaku e di Lautaro anche a fronte di offerte da più di cento milioni (per Lukaku) che sono già arrivate
6) La rosa andrà svecchiata, servirà un centrocampista di grande levatura (per capirci, alla Kantè), un esterno sinistro alla Hakimi e un vice Lukaku.
Insomma, Conte sarebbe felicissimo di rimanere all’Inter per poter provare a fare qualcosa di importante anche in Europa, ma ha bisogno di una società che lo segua nelle sue idee. Come sappiamo, per come lavora, l’allenatore leccese tira fuori il meglio dai giocatori, ma li spreme anche molto. Step by step c’è bisogno di ricambi, di energie nuove per crescere. E di giocatori funzionali alla sua idea di calcio. Con elementi nuovi a disposizione, l’idea è quella di avere almeno un altro modulo-base e non solo il 3-5-2. Conte vuole evolvere il suo progetto calcistico, ma servono i giocatori.
Se tutto questo coinciderà con i piani di Zhang inutile dire che Conte resterà soddisfatto.
Se invece dovesse capire che centrato l’obiettivo non ci sarà la volontà o non ci saranno le possibilità economiche per crescere ancora, se i prossimi mesi saranno destinati a trovare soluzioni tampone o acquirenti, distraendo energie dai programmi sportivi, la storia potrebbe chiudersi anche qui.
Conte ha ragione quando dice che lui è impegnativo, che si porta dietro il marchio del vincente e del perfezionista, è la sua storia. E ovunque sia stato, dove lui vede o pensa che non ci sono margini per crescere in base alle sue idee, Conte se ne va.
Il mese di maggio sarà cruciale per lo scudetto che torna dopo undici anni, per i festeggiamenti del Popolo Nerazzurro, ma anche per capire a che punto siamo con i bilanci e con il futuro di Zhang.
Molti continuano a dire che i 250 milioni di prestito in arrivo servono per la gestione e per gli impegni pregressi da onorare, che la vendita comunque ci sarà. A maggior ragione adesso che il brand vittorioso può valere di più.
Se Conte non dovesse rimanere, come è facile capire, si aprirebbero scenari che vanno oltre la panchina. Ma c’è da augurarsi il contrario, ora che l’Inter è tornata, il calcio italiano ha tutto l’interesse che una società storica come questa venga ancora potenziata e torni ad essere protagonista anche in Europa.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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