De Calò sulla Gazzetta: "Inter o Milan, chi è più forte dopo la sosta-Nazionali?"

De Calò sulla Gazzetta: "Inter o Milan, chi è più forte dopo la sosta-Nazionali?"TUTTOmercatoWEB.com
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sabato 16 settembre 2023, 14:00News
di Marco Corradi

Nel suo editoriale per La Gazzetta dello Sport, Alessandro De Calò analizza così la sosta nazionali delle milanesi: "L’Inter, per dire, ha dato diciassette giocatori di Inzaghi alle varie nazionali che sono stati impiegati per oltre 1700 minuti – al netto dei recuperi – dunque in media 100 a testa. Il Milan vola più basso. Il gruppo dei quattordici di Pioli convocati nelle nazionali è sceso in campo per un totale di oltre 1200 minuti, qualcosa come 87 a testa. Restano un po’ di notazioni da fare. Tra i nerazzurri la fatica è spalmata in modo più democratico: Bastoni è l’unico ad aver giocato due partite piene, Dumfries e Barella hanno solo sfiorato l’en plein (175 e 174 minuti ciascuno). Nel Milan, invece, sono quattro i giocatori (Maignan, Theo Hernandez, Krunic, Musah) impiegati per tutti e due i match a tempo pieno. Tre nomi sono pesanti, fanno parte della colonna vertebrale. Tra i rossoneri c’è molto più squilibrio sul piano del minutaggio – ecco la questione dei polli – visto che Tomori con l’Inghilterra e Thiaw con la Germania non hanno mai giocato, mentre Chukwueze, Okafor e Jovic hanno collezionato pochi frammenti, il serbo un flash di 3 minuti. Insomma, sul piano dei numeri l’Inter ha una classe media più sostanziosa e una giostra – mossa dai motori delle nazionali – che regola meglio le rotazioni.

Questo è già un dato. Poi ci sono quelli dei viaggi, degli spazi percorsi e del tempo impiegato per farli. Anche qui l’Inter è avanti con oltre 92 mila chilometri nel cruscotto (poco più di 5 mila a cranio) contro i 55 mila e rotti del Milan (4 mila a testa) che non ha nazionali provenienti dal Sudamerica. Lautaro, capitano dei nerazzurri, presenta un conto molto pesante: più di 25 mila chilometri, tra andata e ritorno, lungo la rotta MilanoBuenos Aires-La Paz. Non è uno scherzo atterrare ai 4000 metri di El Alto, l’aeroporto della capitale boliviana, né giocare come se si fosse in cima al Monviso. Il vantaggio è che il Toro, lassù, ha partecipato solo a un breve finale di partita. Quello che pesa sono le ore di aereo, più o meno una quarantina, quasi due giorni passati in volo sopra a continenti, oceani, estati e inverni. Lautaro sarà per forza un po’ provato, così come sull’altro fronte si sarà stancato Pulisic, volando sopra l’Atlantico per giocare negli Usa a tempo pieno. Il bello, per Inzaghi e il suo attacco, è che dalla Francia gli è arrivato un assist. Thuram si è sbloccato anche in nazionale, segnando il primo gol con i Bleus, e continua a crescere. Il fatto che abbia rilevato proprio Giroud, finito kappaò con l’Irlanda, è sembrato un piccolo passaggio di consegne non casuale, qualcosa di temporaneo e forse simbolico. La caviglia di Giroud – malandata dal match col Napoli nella scorsa Champions – è il tallone d’Achille del Milan di Pioli. Luka Jovic, reduce dai flop nel Real e nella Fiorentina, non sembra in grado di sostituire adeguatamente il bomber francese che tra due settimane compirà 37 anni. Da martedì – col debutto in Champions contro il Newcastle di Tonali – i rossoneri cominceranno a giocare ogni tre giorni. Una cadenza che vale anche per l’Inter, fino alla prossima sosta per le nazionali. Da qua in avanti, dunque, il turnover farà la differenza. Uno come Frattesi avrà molte occasioni per imporsi in nerazzurro come ha appena fatto con l’Italia di Spalletti. Il derby di oggi non ci dirà solo quanto è cambiato – se è cambiato – il gap tra Inter e Milan: segnerà anche la nuova linea di tendenza di una stagione che, adesso, entra nel vivo".