LIVE - Inter, Dimarco: "Quando eravamo a -7 tutti ci davano per morti"

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martedì 22 febbraio 2022, 15:30Live
di Andrea Losapio

Fra poco incomincerà il Web Media Day che vedrà protagonista Federico Dimarco, difensore dell'Inter.

Inizia la conferenza stampa. "È stata una grandissima emozione, sicuramente, sono contento di aver rinnovato con questa maglia con cui sono cresciuto da bambino".

Quanto è importante la fiducia di Inzaghi?
"Ho un grande rapporto, come tutti, ci fa stare bene. Per il ruolo in campo, gioco dove decide il mister, per me è importante giocare".

Cosa vi ha detto Inzaghi dopo il primo tempo contro il Sassuolo e come sta reagendo il gruppo.
"Niente, c'è poco da dire sulla partita di domenica, siamo consapevoli di avere sbagliato l'approccio".

Avere vinto il campionato l'anno scorso vi ha permesso, anche cambiando l'allenatore, di vincere gare più sporche?
"Sicuramente la vittoria dello Scudetto ti dà tanta consapevolezza, sappiamo che in questo momento abbiamo fatto un po' più di fatica a fare punti, per come stiamo lavorando sappiamo quanto valgono i nostri mezzi. Dobbiamo stare tranquilli e pensare alla prossima partita, cercando di rimanere sopra fino alla fine".

In cosa ti senti molto migliorato? Dove devi crescere?
"L'anno scorso non ero qua, però ho visto che la squadra è cresciuta tanto. Non importa quanti anni hai, c'è sempre tempo per migliorarsi sotto ogni punto di vista".

Che rapporto ha con suo fratello?
"Bellissimo, ci sentiamo giornalmente, anche se adesso siamo lontani. Cerco sempre di dargli dei consigli per migliorarsi".

C'è stato un momento in cui volevi abbandonare il sogno di calciatore?
"Io ho passato alcuni momenti non facili, soprattutto dopo due infortuni gravi che ho avuto, all'adduttore e al piede. Ho sempre cercato di rimanere lucido e di lavorare, giorno dopo giorno".

A proposito del rinnovo, cosa l'ha convinta?
"C'era poco da convincere, già dall'estate volevo rimanere all'Inter, senza nessun dubbio".

Cosa ti aspetti dai quattro anni di contratto?
"Cerco di pensare giorno dopo giorno, non anno per anno. Dobbiamo pensare a fare bene in campionato, in tutte le competizioni a cui partecipiamo".

Un aneddoto dall'interno di come è cambiata l'Inter?
"La prima volta che sono venuto qui, in prima squadra, avevo 16 anni e c'era Mancini. Da quando è arrivato Spalletti ha iniziato un percorso di crescita, arrivando in Champions. Poi è arrivato Conte, portando a vincere lo Scudetto. Penso si veda anche agli occhi della gente che c'è una crescita esponenziale, sia in campo che fuori".

L'ha allenata Juric, quali sono le differenze con Inzaghi?
"È stato importantissimo, è stato l'allenatore che mi ha fatto diventare questo giocatore qui. Lo ringrazierò per sempre, ha creduto in me. C'è un modo diverso di lavorare, di stare in campo. Sono due allenatori che mi hanno fatto crescere tantissimo".

Andare a Sion è stata la scelta giusta?
"Chiedendomelo adesso direi così così, sono stato fermo quattro mesi alla prima partita, è stato come non giocare. Quindi è stato il percorso giusto per come sono adesso, ma è più un fattore di testa che di campo. L'importante è essere forti mentalmente".

Ha parlato con Mancini?
"No, ci siamo salutati, mi ha ricordato che mi ha fatto esordire in Serie A e basta".

È arrivato Gosens, che caratteristiche ha a differenza tua?
"Di sicuro la concorrenza non è che mi fa paura, l'importante è che ci sia una competitività sana nella squadra. Penso che sia qualcosa che fa dare il meglio di se stesso. Gosens... Ha parlato il campo in questi anni, ha fatto anni fantastici all'Atalanta".

Quanta speranza ha di essere convocato in Nazionale?
"Sì, ma la convocazione passa dalle prestazioni nell'Inter".

Non ha mai negato l'essere interista, quanto è difficile giocarci essendo tifoso?
"Penso che non sia facile, ma non è un peso, lo faccio con piacere. Quando vesto questa maglia non è come le altre".

È stato considerato il predestinato della cantera nerazzurra, è stato più difficile arrivare in prima squadra?
"Quando esci dall'Inter, da un settore giovanile così importante, non è facile adattarsi perché sei abituato al meglio. Ho fatto cinque-sei anni di alti e bassi, però sono contento perché tutto il lavoro e il sacrificio è stato importante per la mia crescita e per arrivare all'Inter".

L'Inter vince lo Scudetto?
"Sì".

Qual è il rapporto che hai con Bastoni e Kolarov?
"Bellissimo con tutti e due, a parte che sono uno che va d'accordo con tutti, non c'è bisogno di mettersi uno contro l'altro. Con Bastoni abbiamo fatto un anno a Parma, quest'anno ho conosciuto Kolarov, ha grande esperienza, tutti i giorni stiamo insieme in allenamento".

Della tua Primavera è il giocatore di maggiore valore. Si aspettava qualcuno in prima squadra?
"Nessuno poteva sapere dove sarebbe arrivato dopo sei anni di Primavera. Sono contento di essere qui, penso solo all'Inter. Qualche volta sento gli altri giocatori, Bonazzoli per dire, sono contento abbia fatto gol con il Milan. Radu è cresciuto con me, tra allievi e Primavera".

Cosa servirà all'Inter per vincere lo Scudetto?
"Dobbiamo pensare partita dopo partita, siamo tutti lì e fino alla fine sarà una battaglia. Cercheremo di rimarrà una battaglia".

Chi teme di più fra Milan e Napoli?
"Pensiamo solo a noi stessi, solo noi possiamo sbagliare. Dobbiamo lavorare come stiamo facendo, domenica scorsa a parte. Vogliamo tornare in vetta e vincere".

Avete sete di rivincita per il derby di Coppa?
"Tanta, c'è voglia di rivalsa, è una gara andata e ritorno, cercheremo di fare il meglio nelle due partite".

Qual è il modello sulle punizioni?
"Non me ne vengono in mente".

Dopo Milan e Sassuolo, avverti il rischio che ci possa essere un contraccolpo psicologico?
"Penso che quando eravamo a -7 dalla prima in classifica tutti ci davano per morti, poi a gennaio, quando siamo ritornati primi era già sicuro che vincessimo lo Scudetto. Penso che capita di fare passi falsi durante il campionato, importante è non perdere le certezze e la consapevolezza che abbiamo. A parte domenica, che è stato un passo falso, dobbiamo pensare già da oggi che partita dopo partita dobbiamo portare a casa il risultato".

Sentite lo stimolo della seconda stella?
"C'è tanta consapevolezza, vincere aiuta a vincere, avere vinto la Supercoppa sia una cosa importantissima".

Ha dei tatuaggi, a quale sei particolarmente legato?
"Ne ho un po' per il corpo, forse i nomi dei figli, di mia moglie, dei miei genitori e di mio fratello".

Hai un hobby particolare?
"In realtà no, mi piace passare il tempo con i miei figli e con mia moglie".

Fine della conferenza stampa.