ESCLUSIVA - Lautaro, l'ex tecnico Reñones: "Nessun 9 è davvero migliore di lui oggi"

ESCLUSIVA - Lautaro, l'ex tecnico Reñones: "Nessun 9 è davvero migliore di lui oggi"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 23 gennaio 2024, 15:53Esclusive
di Daniele Najjar

L'Inter lo ha rifatto, ha vinto un'altra Supercoppa - la terza consecutiva eguagliando il record dei cugini del Milan - nel segno indelebile del suo attaccante principe, Lautaro Martinez. Il Toro, dopo la doppietta in finale di Coppa Italia contro la Fiorentina nella scorsa stagione, è dunque di nuovo decisivo anche all'ultimo atto, oltre che nel percorso: ai numeri straordinari che ha sempre avuto in nerazzurro, bisogna registrare la crescente determinazione nel trasformare in oro una percentuale elevatissima di palloni giocabili che gli vengono recapitati in area.

In esclusiva per L'Interista è intervenuto Hugo Reñones, che allenò l'attaccante in occasione di un torneo giovanile Under 17 a Bahia Blanca, la Liga del Sur, ai tempi in cui militava nel Liniers.

Hugo, Lautaro ha firmato un'altra vittoria...

"Ho visto tutta la partita per seguire lui, poi mi sono alzato all'89' per un imprevisto e mi sono perso il gol (ride, n.d.r.)".

Però non se ne perde una delle sue partite?

"Lo seguo sempre. Ha ancora 26 anni: batterà tanti record, vedrete...".

Ci racconta il primo momento in cui lo conobbe?

"Lo avevo chiamato nella Selezione Under 17 di Bahia Blanca e subito avevo visto che mi trovavo di fronte ad un vero crack. Infatti pur essendo lui più piccolo degli altri dissi: 'Lautaro deve essere il capitano'. Lui rispose che era più giovane, ma non volli sentire ragioni. E dalla stampa fecero molti articoli già allora per parlare del radioso futuro che lo aspettava. D'altronde fece 13 reti in 13 partite...".

Se lo immaginava così, il futuro?

"Già ora ha superato di molto ciò che pensavo potesse raggiungere con i suoi gol. Perché se continua a crescere in questa maniera fra 2 o 3 anni diventerà il più forte di tutti, per lo meno fra gli attaccanti".

Pensa che possa essere il migliore, dunque?

"Tranquillamente, sì".

Al giorno d'oggi quanti sono davanti di lui?

"Migliori? Nessuno. Allo stesso livello ok, ce ne sono diversi. Haaland, Julian Alvarez, Mbappé, per esempio. Parliamo di questa altezza qui. E anche nella Selección lo sta dimostrando, pure se ha inciso meno".

In che cosa lo ha visto migliorato di più in particolare, ieri?

"In molte cose. Una in particolare: riesce ad essere decisivo anche quando, come ieri, ha pochi palloni a disposizione. Perché i mezzi e la qualità per fare bene e per fare belle prestazioni li ha sempre avuti. Crescendo anche come efficienza raggiunge livelli incredibili".

Di queste qualità, quale le piace di più?

"La fame. Una volta aveva fatto 3 gol, ma era arrabbiato perché a suo dire non aveva giocato bene".

Oggi è un leader riconosciuto dai compagni, al di là dei gol, non trova?

"E' un leader completo, come calciatore e come carisma. E non ce ne sono molti in giro così eh. Un leader lo è stato dal primo momento, da quando lo avevo io nella Selección sub 17. Tutti lo vogliono infatti, perché è un attaccante raro".

Il ricordo più piacevole che ha di lui?

"Nel campo ce ne sono diversi, ma il più bello è legato alla persona che è sempre stato. In partita faceva gol in tutti i modi, giocava con qualsiasi tipo di compagno".

L'istinto di Crespo, le movenze di Agüero, altri ancora: il Toro è stato paragonato a molti campioni del passato e del presente. A quale si avvicina di più?

"Difficile da dire, è un misto di vari di loro. Nell'Argentina abbiamo lui e Julian: il Toro è incisivo sotto porta come lui, che però è più dentro l'area di lui. Lautaro svaria fuori dai 16 metri. è più completo".