ESCLUSIVA - Gregucci: "La situazione dell'Inter è casuale, ma con la Salernitana è dura"
Si riparte dalla Salernitana. L'Inter di Inzaghi davvero non può più sbagliare e si trova a giocare, questa sera alle 20:45, la sfida a San Siro contro l'ultima in classifica, con il big match di domenica sera fra Napoli e Milan che potrebbe darle una mano.
La redazione de L'Interista ha contattato in esclusiva un doppio ex della panchina di questa sfida, Angelo Gregucci, che ha allenato a più riprese la squadra campana, ma è anche stato allenatore in seconda della Beneamata, nel 2016 con Mancini.
Mister Gregucci, questa lotta scudetto la entusiasma?
"Dopo un decennio di cannibalismo juventino è stata brava e lungimirante l'Inter lo scorso anno ad interrompere l'egemonia. L'investimento dei cinesi è stato rallentato per motivi che non si potevano prevedere. La situazione è diversa perché per necessità l'Inter ho dovuto vendere dei giocatori chiave, su tutti Lukaku, che è stato un fattore determinante per lo scudetto. Poi l'opportunità di vendere bene Hakimi ed il divorzio da Conte. Interrogativi che l'Inter si è portata all'inizio di questo campionato".
Non partiva come la favorita assoluta.
"Si diceva: l'Inter è fra le favorite, avendo vinto, con dei 'ma', ovvero i motivi sopracitati. Gli interrogativi poi però sono svaniti visto che prima di Natale si diceva che i nerazzurri giocassero molto meglio rispetto all'anno precedente e qui subentrano i meriti di Inzaghi".
Quali?
"Ha portato l'Inter, di fronte ad una campagna acquisti oculata, ad essere di nuovo convincente ed in lotta per lo scudetto. Cosa è successo nell'ultimo mese e mezzo? Che la squadra si è appannata per vari motivi, ma così come le altre. A parte il Napoli, che con un colpo di coda importante a Roma contro la Lazio si è riportata in vetta".
Niente panico, dunque?
"L'Inter può ancora dipanare, ma soprattutto ha ancora matematicamente in mano il proprio destino. Primo perché ha una partita da recuperare, con la quale sarebbe prima. Poi perché la vedo ancora fra le favorite per il semplice fatto che è attesa da una trasferta europea un po' proibitiva. Poi nel cacio tutto può essere, ma secondo me la sfida con il Liverpool l'ha condizionata".
Insomma, uscire dalla Champions farebbe bene?
"Nella mentalità italiana sì. Io penso che non sia così, io credo che vincere aiuti a vincere. Ma nell'immaginario collettivo del Belpaese c'è che uscire dalle coppe faccia bene. Sicuramente l'attenzione e tutti gli sforzi sarebbero finalizzati al campionato. Il Napoli stesso ha ancora scorie dall'Europa League. L'Inter ha ancora un margine piccolino di vantaggio, ma deve aggiustare qualcosa".
Cosa?
"Deve ritrovare le sue geometrie, deve ritrovare equilibrio e deve un po' aggiustare la testa di Lautaro Martinez. Le sue prestazioni non sono scadenti, ma deve ritrovarsi. Quando ha la testa a posto, è un giocatore forte, importante. Inutile che si deprima. Penso che un intervento sul ragazzo vada fatto".
A livello mentale intende?
"Sì, si decide tutto nella testa. Non si può infilare in un buco nero da solo. E' un momento che succede a tutti gli attaccanti, lui essendo giovane ha sempre vissuto grandi momenti con tanti gol. Adesso ha una leggera battuta d'arresto. Ma gli direi: 'Stai tranquillo Toro, sereno perché sei forte tanto quanto prima ed il gol arriverà'. Poi arrivato il primo, anche calciando male la palla andrà dentro".
Al di là di Lautaro però, questa squadra non trova il gol da oltre 4 partite.
"Ci sono troppe chiacchiere, che intorbidiscono le menti. La situazione attuale dell'Inter è assolutamente casuale. Se guardi le prestazioni offerte, le occasioni da gol create, l'unica cosa che manca è che la palla entri. Dunque un solo problema, psicologico, degli attaccanti. L'Inter deve rimanere tranquilla. Cercando di continuare a fare quello che sta facendo, senza farsi annebbiare il cervello".
Cosa va ritrovato?
"L'Inter era più spavalda nella costruzione, ora è più timorosa e fa fatica, soprattutto con le squadre che la vengono a prendere in alto. La costruzione dal basso dell'Inter è stata spesso devastante. Ero a Roma quando ha vinto 3 a 0 contro i giallorossi, l'occupazione degli spazi è stata fantastica. Vedevo tante cose, la costruzione era davvero di grande qualità. Aggiungo una cosa".
Prego.
"Non so quanto sia convenuto all'Inter non giocare subito la sfida contro il Bologna. Giocarla in quel momento per l'Inter sarebbe stato meglio secondo me, quasi una formalità per come azzannava le partite".
La rincorsa riparte dalla Salernitana, una sfida che però non appare più tanto scontata come poteva sembrare qualche settimana fa...
"Assolutamente. Se davanti il campionato è avvincente, anche in fondo non è affatto scontato. Oggi affrontare Genoa e Salernitana è dura. Hanno entusiasmo, grandi motivazioni, sono convinti di farcela, come giusto che sia. Parliamo di squadre con pochissimi punti, ma che in Italia si ritrovano con margini di rientro. E la Salernitana ha cambiato tutto".
Ed ora ha ritrovato entusiasmo.
"Ha cambiato proprietà, dirigenza, calciatori, faccia. Sotto il profilo delle motivazioni e dell'entusiasmo sta dimostrando di voler vendere cara la pelle. Poi non ha fatto niente di sconvolgente, non è che abbia vinto 5 partite di fila".
Però, vedendo il bicchiere mezzo pieno, in una situazione drastica non perde da 4 partite.
"Naturalmente e la matematica dice che può farcela, avendo due partite in meno rispetto al Cagliari. Poi ha ottenuto risultati importanti come quello con il Milan. Squadre così oggi sono difficili da battere. Salernitana su tutte e non lo dico per simpatia, ne sono realmente convinto".
Un avversario sgradevole da affrontare ora?
"Guarda le operazioni di mercato che ha fatto: non è che i vari Ribery e Perotti, pur essendo al crepuscolo della carriera, qualcosa se lo ricordano sul vincere le partite. Lo stato psicologico odierno fa credere che ce la possa fare. Per la salvezza poi, quando gioca all'Arechi ha un uomo in più".
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