Un grande Thuram, ma l'Inter regala il pari a Genova
Inizia in modo deludente il campionato per l'Inter, con un pareggio beffardo arrivato a due minuti dalla fine, su un calcio di rigore surreale. Dispiace per Bisseck, tra i più positivi nella partita, ma paradossalmente protagonista negativo in occasione delle due reti nate da situazioni grottesche
Il successo che sembrava ormai garantito dal gol di Thuram sarebbe stato il risultato più giusto, invece è arrivato il pari contro un Genoa brutto e oltretutto spuntato, a maggior ragione ancora più incongruo che sia riuscito a fare due gol.
Negli ultimi quattro campionati l'avvio era stato battezzato da altrettante vittorie, c'è da rammaricarsi molto per un risultato che va a chiudere in equilibrio una partita del tutto squilibrata.
C'era bisogno di iniziare bene, specie in considerazione di un calendario che tra un mese diventerà fittissimo. Il nervosismo visto in campo traduce un carico di stanchezza e scarsa brillantezza per i trenta gradi e il tasso di umidità altissima di Marassi, Per il resto ci sarà bisogno di vedere una squadra più rapida e cinica, perché quest'anno sarà molto più difficile. Partite come queste, contro avversari tanto sterili, vanno chiuse e vinte
La partita:
L'inizio del match rispetta il copione previsto, con l'Inter che amministra il gioco e il Genoa che resta rintanato nella propria area.
La prima opportunità all'Inter se la crea con Thuram che in area costringe il portiere genoano alla parata impegnativa, la seconda con Calhanoglu che prova un tiro dalla distanza, nel mezzo un’azione che imbarazza la difesa genoana. A un certo punto qualcosa si inceppa, la manovra è avvolgente ma lenta e basta una verticalizzazione per creare un pericolo con una palla insidiosa sventata da Sommer. Poco dopo, da un calcio di punizione arriva una girata di testa nell'area nerazzurra che sembra nella disponibilità del portiere. Invece la palla colpisce la traversa e Bisseck non legge in tempo la direzione del rimbalzo, che finisce sui piedi di Vogliacco, rapido nel mettere in rete.
Dopo il cooling break l'Inter riprende a dominare il territorio ma senza imprimere una gran velocità, Barella però fa un cross magistrale che trova la testa di Marcus Thuram, Bravissimo nel girare la palla in rete: 1-1
Il dominio nerazzurro prosegue e culmina con quello che sembra essere un calcio di rigore netto su Thuram, negato successivamente dall'arbitro al var.
Passano pochi minuti e Gollini prima e Badelj poi, salvano un gol praticamente fatto per un disimpegno troppo confidente di Martin, ben sfruttato da Bisseck. Due conclusioni a rete, la seconda di Dimarco salvata di testa da Badelj.
Si va riposo sull1-1
Nella ripresa l'Inter rischia e continua ad attaccare in modo compassato e trova un gol annullato per fuori gioco.
Il match rallenta ulteriormente e vive soprattutto di qualche nervosismo ed errori tecnici.
Sommer sembra incerto e commette un paio di sbagli che non gli appartengono.
A quel punto Inzaghi prova a fare due cambi e mette dentro Dumfries e Frattesi al posto di uno spento Darmian e un Mkhitaryan poco brillante.
Più tardi Inzaghi sceglie di disporre l'attacco a tre, entrano Carlos Augusto al posto di Dimarco e Taremi in sostituzione di Calhanoglu.
La mossa però crea squilibrio, perché in un paio di occasioni, con il pallone perso il ribaltamento diventa pericoloso.
Ci pensa Thuram a chiudere un triangolo e a metterla di nuovo in rete per quello che sembra il gol della vittoria.
Inzaghi non perde tempo e mette in campo anche Asllani, riequilibrando il centrocampo.
Quando ormai sembra finita arriva il gol del pareggio definitivo su un calcio di rigore dubbio, provocato da un colpo di testa di Bisseck che va a toccare il polso.
Si va al var e altra decisione sfavorevole. Il Genoa rimedia un pareggio del tutto immeritato, con un calcio rognoso e speculativo e ringrazia per l'omaggio.
Nel complesso dunque un Inter macchinosa ma accettabile, ancora lontana dai ritmi che le appartengono.
La squadra di Inzaghi è la stessa della scorsa stagione, gioca allo stesso modo, con lo stesso tipo di calcio e la stessa propensione. Forse è proprio questo il vero punto debole. Servirebbe qualcosa di diverso, non solo nei finali con un tipo di modulo meno garibaldino di un 3 4 3 che, dopo l’uscita di Calhanoglu, ha fatto traballare difesa e centrocampo.
Oltre a questo manca un giocatore che salti l’uomo ma la scelta tecnica punta su schemi, sovrapposizioni, verticalità e inserimenti. Non è previsto il dribbling.
Va tutto bene quando c’è ritmo ma se manca questo le idee si appannano.
Il 2-2 contro il Genoa è frutto di una casualità ma questo non significa che non si debbano cogliere dei segnali.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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