Tutto è possibile... benvenuto 2023!
In primo luogo, buongiorno e buon anno a Voi e ai Vostri cari, dal momento che il 2022 ci ha salutato senza, almeno personalmente, troppi rimpianti, dire nessuno pare brutto. È stato un ventiventidue altalenante per i colori del cielo e della notte, un mix tra prestazioni esaltanti e cadute traumatiche, gioco spumeggiante a tratti accanto a inspiegabili cali di tensione che sono costati cari, facciamo pure carissimi. Ci eravamo lasciati alle spalle un ventiventuno ricco di grandi soddisfazioni, con l’idea di avere tra le mani una squadra ricca di certezze e personalità, ricordate i peana e i complimenti con inchiostro sparso a fiumi per sottolineare il fantastico gruppo guidato da Simone Inzaghi, dominatore del campionato e chi mai lo potrebbe vincere lo scudetto contro una squadra così? Vabbè dai, non è che alla fine dei conti sia andata malissimo, anzi. Però, confessiamolo tra noi, qualcosa di più ce lo aspettavamo a un certo punto, soprattutto visto come stava procedendo la stagione sportiva. Ci hanno tolto Hakimi, sacrificato in nome e per conto del dio bilancio, ci hanno tolto Lukaku, in nome e per conto del batto i piedi per terra ma voglio tornare a Londra, e qui la dirigenza poco ha potuto: poi, per carità, ben venga il pentimento sulla via di Damasco, ma le cose sono andate così, il resto sono chiacchiere del tutto fini a loro stesse e null’altro.
Allenatore nuovo, giovane, poco esperto di situazioni complesse – l’Inter è una situazione complessa sempre e comunque – e piazze esigenti, dove si parte sempre e comunque per vincere o, alternativa, per figurare bene, non decentemente, soprattutto quando porti il tricolore cucito sul petto e le avversarie non sembrano aver colmato il gap della stagione sportiva precedente, almeno questa è la mia personalissima opinione. Sappiamo tutti come è andata a finire, certo non come desideravamo o speravamo, almeno in larga parte. Perciò ben vengano la Supercoppa Italiana e, soprattutto, la Coppa Italia, con l’eliminazione di squadre importanti e la finale di Roma vissuta a mille all’ora. Però quel campionato…quel campionato letteralmente buttato via, io non vedo altre definizioni, credo fermamente nell’essere stati noi a regalarlo più che gli altri a vincerlo, incapaci di cambiare marcia in un momento complicato, complicatissimo, ossessionati da moduli e modulini, da trecinquedue e non si sgarra da lì, da ripetitività e zero inventiva, dal reiterare sempre e comunque gli stessi errori, a volte finanche orrori, Bologna ma non solo, grida una vendetta sportiva. Ecco perché mi sarei aspettato una squadra incarognita già da agosto, una squadra che fosse scesa in campo mangiando l’erba, arando tutte le zone del campo senza soluzione di continuità, sempre alla ricerca del bottino pieno, dei tre maledettissimi punti. Al contrario mi sono scontrato con paure e ansie da prestazione, incertezze e scarsa reattività.
Cinque sconfitte sommate a ventidue gol subiti non sono un gran biglietto da visita, non per l’Inter attuale. Però tutto questo appartiene al passato, al ventiventidue. Oggi è un nuovo anno, una nuova alba, una nuova stagione da cui ricominciare con convinzione. Io, parlo per me sia chiaro, continuo a pensare di avere una squadra forte, forte davvero e non tanto per dire, infarcita di ottimi calciatori, date un’occhiata ai nomi, fermatevi un secondo e riflettete, una squadra capace di qualsiasi impresa, una squadra che potrebbe, non voglio dire dovrebbe perché mi pare di sovraccaricare il tutto, stabilmente appartenere al gotha delle prime otto d’Europa. Forse vagheggio, forse: però così la vedo. E vedo un allenatore con un anno di esperienza in più e di conoscenza della piazza, ormai. E una dirigenza capace, non so dove saremmo con altri al loro posto adesso. Insomma, il ventiventidue si è chiuso tra qualche ombra e molte luci, dovessimo dare un voto diciamo sette? Diciamolo. Si può fare meglio? No, non si può fare meglio, si deve fare meglio. Mancano ventitré giornate alla fine, c’è tutto il tempo del mondo per continuare a inseguire un sogno.
Auguri e alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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