Suning cede Lukaku. È RidimensionInter

Suning cede Lukaku. È RidimensionInterTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 5 agosto 2021, 16:41Editoriale
di Lapo De Carlo

Benvenuti nell’era dell’insignificanza delle persone.
L’ipotesi fantascientifica della cessione di Lukaku è diventata una realtà.
Lo striscione messo dalla curva e la rabbia degli interisti fa quasi tenerezza per l’ingenuità che si creda i tifosi possano contare ancora qualcosa.
Il tifoso e le sue aspirazioni oggi sono definitivamente irrilevanti.


La questione della cessione di Lukaku parte da un presupposto, l’unico, che divide stampa e tifosi, rispetto alla convenienza o addirittura l’obbligo di cedere il giocatore più forte e simbolico che aveva l’Inter.
La convinzione divenuta un mantra, rispettabilissimo sia chiaro, secondo la quale non si può dire di no a 130 milioni, va a sbattere contro un dato di fatto.
Con la cessione di Lukaku la proprietà (non la società) ha rinunciato alla prospettiva.
Si prendono tanti milioni ma se ne perderanno molti di più restando fuori dal calcio che conta.
Certamente sono tanti i soldi che arrivano ma tra le altre cose andranno a Suning o all’Inter?
Ad oggi i soldi della cessione di Hakimi non sono stati utilizzati perché servivano alle casse societarie, quelli di Lukaku, se dovessero essere spesi per il pur bravo Zapata, l’esperto Aubameyang o Correa, sarebbero una dichiarazione di rattoppo che metterebbe una pietra tombale a qualunque speranza di competitività ad alto livello.


E se resti fuori dal giro, dopo aver faticato 10 anni per tornarci, significa perdere altri anni e tutto l’indotto che l’Inter avrebbe ottenuto tenendo Lukaku.
Per chi non lo sapesse i club che in Serie A riescono a qualificarsi ai gironi di Champions League ottengono 15,25 milioni di euro,
Una vittoria nel gruppo di Champions League vale 2,7 milioni di euro, un pareggio 900mila euro. 
Dagli ottavi arrivano pronti 9,5 milioni, passare ai quarti vale 10,5; alle semifinali 12; alla finale 15. Se poi trionfi in finale porti a casa 19 milioni di euro. Vincere tutte le partite e dunque la Champions League porta 82 milioni di euro, più i 15 di cui dicevo sopra, legati alla partecipazione in Champions.
A questo inserite anche l’indotto del marketing, del merchandising e soprattutto le sponsorizzazioni che con una visibilità internazionale porta molti più soldi.
Il ridimensionamento, partito con la cessione di Hakimi, l’addio a Conte, la sfortuna avuta con Eriksen (ieri è tornato e gli facciamo un mondo di auguri) induce a pensare di avere poche speranze di poter superare il girone e andare avanti dopo gli ottavi.
Con una rosa tanto depotenziata, come non era mai accaduto ad una squadra italiana dopo un titolo vinto, non si è nemmeno sicuri di raggiungere la qualificazione in Champions a fine anno.    
Oggi Zhang sta riscuotendo i soldi dalla squadra, aspetta il momento migliore per vendere, dopo aver rifiutato 750 milioni a marzo e non si fa alcuno scrupolo perché l’Inter dalla Cina è un puntino lontano.
E’ legittimo sentirsi umiliati dalla proprietà se si pensa che l’anno scorso, di questi tempi, nonostante una crisi al suo interno che stava iniziando a dilaniarla, Suning faceva uscire uno spot con Messi proiettato sulle guglie del Duomo.
Due mesi e mezzo fa Zhang Jindong faceva una battuta  nel giorno dello scudetto: “questo è solo l’inizio”. 
Incredibile che ci sia anche una resistenza verso Interspac.
Può darsi che oggi non venga più ceduto nessun giocatore importante ma non c’è da giurarci perché è facile che Lautaro Martinez, vista la situazione appanni il suo rendimento.
Se arrivasse Vlahovic, ovvero un attaccante in ascesa, giovane che conosce il nostro Campionato, insieme a lui Dumfries e Nandez attenuerebbe la rabbia per quello che sta accadendo, ma non è questa la tavola che è stata apparecchiata, Marotta e Ausilio dovranno fare molto di più che un miracolo nel mercato. 
Che pessimo modo di sfruttare la vittoria del Campionato. 
Amala