Skriniar? È colpa nostra, ogni volta cadiamo nel tranello
Ci si aspettava un mercato in sordina, un mare calmo senza onde a disturbarne la quiete, di questi tempi era lecito aspettarsi che fosse così. Pochi soldi in giro, pochi movimenti perché comunque la crisi si continua a far sentire.
In Italia ormai la capacità di spesa sul mercato giocatori è ridotta al minimo storico, squadre costrette a tagliare stipendi e investimenti inevitabilmente “rivisti” o, in qualche caso, addirittura azzerati.
L’unico caso irrisolto poteva arrivare (al momento in cui scrivo il mercato è ancora aperto) da Appiano alla voce “Skriniar”. Sembrava sul serio un vero uomo-Inter, un giocatore “diverso” che metteva i suoi ideali davanti al soldo. Una volta di più siamo rimasti delusi davanti all’amara realtà.
Ma diciamocela tutta, è colpa nostra. Ogni volta ci cadiamo, ogni volta crediamo alle belle parole dei giocatori che, è bene ricordarlo, non sono tifosi come lo siamo noi.
Skriniar è un professionista nulla più, uno dei tanti ottimi giocatori passati da Milano e che hanno dato tutto il loro professionismo per la maglia. Ricordatevelo, i tifosi siamo noi, quelli che gioiscono e soffrono per la maglia senza convenienza alcuna, solo per passione e amore. Skriniar è un calciatore e fa le sue scelte in base alla sua convenienza come tutti i professionisti in ogni campo.
Facciamo dunque i giusti distinguo, ci sono i tifosi veri come noi, i giocatori come Skriniar e, in rarissimi casi, gli Zanetti e i Cordoba che, nonostante vengano da lontano, si tatuano la maglia sul corpo e lo stemma dell’Inter sul cuore.
Skriniar è relativamente giovane e forte, uno dei centrali più solidi d’Europa e aveva dalla sua una qualità che i tifosi gli hanno sempre apprezzato: l’attaccamento alla maglia.
La storia racconta di una persona diversa da quella che stiamo commentando oggi: lui che al momento di discutere il rinnovo ha allontanato il suo “pretenzioso” procuratore per firmare senza esitazione, lui che ha sempre dato tutto per la causa anche nella difesa a 3 quando Conte sembrava deciso a fare a meno di lui e a venderlo.
In quel periodo scrivevo questo di lui: “Non sarà facile sostituire un grande giocatore e un grande uomo come Skriniar se Conte dovesse decidere di cederlo. A me personalmente, se dovesse davvero partire, mancherà molto”.
Incredibile come in pochi anni le cose possano cambiare e la considerazione che hai di una persona possa improvvisamente cambiare. Per me Skriniar in telecronaca sarà il “numero 37”, niente di speciale, un giocatore utile alla causa fino a fine stagione. Non ho dubbi sulla sua professionalità e sono sicuro che darà il massimo in ogni partita ma per me rimarrà un numero, niente più.
Sapete cosa ho sempre apprezzato di Conte e di Ibrahimovic? La loro sincerità anche davanti a possibili critiche, loro ci hanno messo la faccia. Uomini con le palle che hanno contribuito a far vincere l’Inter con ruoli diversi ma ugualmente determinanti. Conte da allenatore della Juve in conferenza stampa non ha avuto paura di urlare ai quattro venti che, se fosse andato ad allenare l’Inter (o il Milan), sarebbe stato il suo primo tifoso. Con il passato da capitano bianconero di Conte ci voleva un bel coraggio no? Lui l’ha avuto e non ha preso per il culo nessuno. Bravo! Stesso discorso per Ibra. Zlatan non ha mai voluto essere una bandiera, lui voleva solo segnare e vincere con qualsiasi maglia avesse indossato, per questo l’ho sempre apprezzato, non ha mai “lisciato il pelo” a nessuno, non ha mai preteso di essere un simbolo o un capitano, i tifosi sapevano chi avevano davanti e, al giorno d’oggi, non è poca cosa.
Questa situazione ci insegna tante cose, d’ora in poi sappiate che voi siete i tifosi dell’Inter e voi, come le vostre emozioni, valete immensamente di più delle false promesse di un qualsiasi giocatore che non è cresciuto con la maglia dell’Inter tatuata sul corpo!
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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