Simone Inzaghi non rischia, ma adesso qualcosa è cambiato: ecco cosa tenere d’occhio
Proiettatevi tra 10 giorni: verosimilmente l’Inter avrà perso entrambe le partite col Barcellona, il che vorrebbe dire matematica eliminazione dalla Champions con ben 2 turni d’anticipo, e non è dato sapere cosa succederà contro il Sassuolo, ma sarà estremamente difficile vincere a Reggio Emilia.
Scenario che non auguro ma oggettivamente possibile viste le forze in campo. Non ci sarebbe a dire il vero niente di male a uscire così dalla Champions, perché l’Inter partiva come terza forza e qualificarsi necessita di un mezzo miracolo. Ma tant’è, la botta psicologica per essere già fuori sarebbe forte, e di sicuro la critica monterebbe in groppa all’evento senza analizzare le premesse di base.
Facciamo quindi un salto a questo scenario futuribile tra 10 giorni. La domanda è: in quel caso, Simone Inzaghi sarebbe esonerato? La risposta è ancora no, così come del resto lo è ora.
Il mister non rischia, non è stata paventata questa ipotesi, ma qualcosa è cambiato rispetto alla riunione con la dirigenza immediatamente post-Udinese. La pressione sulla proprietà interista aumenta, la cessione del club comincia ad essere una realtà accettata da Zhang che adesso davvero spera in un’offerta da 1.2 miliardi e ha smesso di illudersi, ma nel frattempo si era convinto non si sa come di avere una rosa che potesse tranquillamente vincere lo scudetto, evidentemente avendo una visione travisata della situazione.
Per questo il lavoro di Simone Inzaghi, mai fino a due settimane fa messo in discussione, adesso invece è sotto scrutinio. In verità a ben vedere l’Inter la prestazione l’ha anche fatta con la Roma, ma la sfiducia di fondo è chiara visto che a ogni refolo di vento è insicura e fragile. Ma sono sottigliezze che non è detto arrivino alla proprietà, e allora si comincia a pensare alla pausa di novembre per il Mondiale come il momento del check sull’allenatore. L’Inter è attesa da Sassuolo fuori, Salernitana, Fiorentina fuori, Sampdoria, Juventus fuori, Bologna e Atalanta fuori. Sulla carta potrebbero essere ammesse tre sconfitte su sette, fatto salvo che lo scudetto non possa più essere l’obiettivo.
Il rendimento in quelle sette partite, più che in Champions, porterà a una decisione: al momento l’unico nome che rimbalza è Dejan Stankovic, un salto nel buio che però non è nello stile di Marotta. La cosa peggiore per l’Inter sarebbe se anche questa decisione fosse subita dall’amministratore delegato, come quelle sulle ristrettezze di mercato, perché in quel caso al di là della scossa iniziale l’Inter rischierebbe una delle sue proverbiali stagioni a rotoli dopo un esonero.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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