Se Skriniar resta fino a giugno è perché l'ha deciso il PSG, non l'Inter
Sgombriamo subito il campo dal primo equivoco: trattenere fino a giugno o lasciar partire subito Milan Skriniar è una decisione che non spetta all'Inter. O meglio, che le spetta marginalmente. Che Marotta e Ausilio abbiano fatto tutto ciò che era in loro potere è fatto conclamato e declinato in decine (forse centinaia) di letture e interpretazioni. Skriniar ha fatto una scelta, legittimamente, e ora l'Inter non può fare altro che subirla. Non dipende più da lei, torniamo a ripetere. Perché se il Paris Saint-Germain decidesse di affondare davvero il colpo, di togliersi uno sfizio anticipando l'arrivo dello slovacco per rivestire di un ulteriore strato isolante la propria difesa in vista del grande appuntamento in Champions League con il Bayern, lo farebbe senza troppi indugi. Non possono essere cinque milioni, o poco più, a demarcare il confine tra il possibile e l'impossibile per Al-Khelaifi. Che, viceversa, potrebbe deliberare (scenario ad oggi più probabile) che non vi sia alcuna fretta di irrobustire il comparto arretrato, rimandando l'ingaggio di Milan all'estate.
In tutta questa vicenda, l'ultimo diritto che l'Inter può ancora rivendicare è quello di stabilire dei criteri. La soglia minima fissata dai dirigenti -ovviamente in concerto con Suning - per lasciar partire lo slovacco è di 20 milioni di euro. Non un centesimo di meno. Con una postilla doverosa: le dinamiche di mercato sono fluide, e qualora il PSG decidesse effettivamente di rompere gli indugi non sorprenderebbe troppo se Zhang ordinasse un ammorbidimento di questa posizione iniziale. L'Inter, dunque, fissa dei paletti. Può e deve farlo. Ma per le ragioni di cui sopra, a condurre il gioco è il Paris. Pazienza se, soltanto all'apprenza, le regole le abbia scritte Suning. Monsieur Nasser non ha di certo problemi di cassa, nemmeno con i vincoli leggermente più stringenti (così ci vien fatto sapere) del Fair Play Finanziario.
Non si tratta, pertanto, di chiedersi cosa deciderà l'Inter, ma piuttosto di interrogarsi su cosa auspicare che il destino e gli uomini mercato in agguato dalla Ville Lumière possano riservare all'Inter. Ritrovarsi un separato in casa per i prossimi quattro mesi rischierebbe di dar corpo ad una situazione esplosiva: la professionalità del ragazzo non è argomento di dibattito, ma il fattore ambientale (verrebbe fischiato, a lungo andare?) renderebbe il caso sempre più spigoloso. Viceversa, salutarlo in anticipo provocherebbe un'emorragia di partimonio tecnico impossibile da tamponare con un sostituto last-minute, specie alle misere condizioni economiche alle quali dovrebbe sottostare l'Inter. Tutto, oggi, lascia credere che l'addio sia destinato a consumarsi non prima dell'estate. Ma a deciderlo, eventualmente, sarebbe stato il PSG. Di certo non Zhang.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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