Pif stravolge il calcio. Cambia tutto, anche per l’Inter
A volte si tende ad esagerare quando si parla di fatti sportivi, si ricorre all’enfasi, si esaspera l’aggettivo e si conclude con una frase ad effetto. Questa volta però viene facile immaginare che il calcio, così come lo conoscevamo, sta iniziando una rapidissima rivoluzione, un golpe che stravolge un equilibrio solo apparente e precario.
Partiamo dagli ultimi fatti di calciomercato: il caso più clamoroso riguarda Tonali, il centrocampista andrà al Newcastle, di proprietà araba, per una cifra intorno agli 80 milioni, Brozovic ad un passo dall’Al Nassr (ma c’è anche il Barcellona), sta sfogliando la margherita e l’Inter attende una cifra meno offensiva di quella iniziale sui 15 milioni.
In precedenza Benzema ha firmato un triennale con l'Al Ittihad per la bellezza di 100 milioni di euro a stagione fino al 2026; Kantè lo ha raggiunto, così come Koulibaly e prima ancora Ronaldo, che ha firmato per 200 milioni di euro a stagione (duecento!) per l'Al Nassr.
Nei giorni scorsi altri giocatori, tutt’altro che al termine della carriera, hanno accettato le offerte pazzesche che gli sono state recapitate.
In meno di una settimana è cambiato tutto lo scenario del calcio europeo e mondiale. Una sola holding, PIF (Public Investment Fund), quattro squadre di proprietà nel solo Campionato arabo, più il Newcastle, una valanga di soldi da spendere per ognuna di loro e giocatori presi in un amen con offerte folli e fuori dalle logiche del mercato.
Il governo inglese prima ha accettato i soldi degli oligarchi, permettendo ad Abramovich di costruire un super Chelsea, salvo poi sequestrargli i beni dopo la guerra, oggi accoglie i capitali arabi con conseguenze che non sono ancora chiaramente visibili nel futuro.
Gli arabi hanno distrutto tutta l’ipocrita impalcatura costruita da Uefa e FIFA, che in questi anni hanno maldestramente fatto credere che il calcio fosse di tutti. Hanno impedito la nascita della Superlega nata dall’esigenza dei club più importanti e dell’insussistenza dei costi gestionali. La Superlega, venduta malissimo e accolta peggio dai media, ha trovato un muro, con l’Uefa che ha preparato la riscossa usando tutto il suo potere. Distrutta la possibilità di creare un torneo alternativo e ricchissimo, oggi ne nasce un altro, con presupposti diversi. Un solo proprietario che possiede più club nello stesso Campionato è possibile solo in Arabia e i bilanci non li controlla nessuno, non hanno alcun fair play finanziario da rispettare e organi che vigilino. Perciò ogni pretesa di concorrenza leale viene appallottolata.
E’ chiaramente grave, così come la logica di un fondo che ha salvato i bues perché, scrive il Daily Mail: Pif è uno degli investitori di Clearlake Capital, il gruppo che ha rilevato le quote del Chelsea, insieme al consorzio guidato da Todd Boehly, dopo che Abramovich era stato costretto a vendere. Non si tratta dunque di libero mercato, non c’è nulla di corretto, si tratta di un puro esercizio di potere, dove i soldi calpestano leggi, regolamenti, etica in modo sfacciato, come nel caso di Messi, tentato anch’egli dall’esperienza araba, prima di scegliere l’Inter Miami, che ha firmato comunque un contratto di 25 milioni, in cui si impegna ad andare in Arabia una volta l’anno, piazzare una foto e una frase in cui esalta l’Arabia sui suoi canali social e tacere su qualsivoglia violazione dei diritti umani, per non ostacolare la corsa ai Mondiali del 2030.
Corsa già vinta ormai, visto che per le stesse logiche, sono stati disputati i mondiali in Qatar in inverno, con migliaia di operai, costretti a lavorare senza alcun rispetto per le norme più elementari, morti nel silenzio per costruire otto stadi in tutta fretta.
E l’Inter? L’Inter è parte di un ingranaggio più piccolo, cerca di fare il suo. Ora che Frattesi potrebbe andare al Milan, visto con quanta velocità si sta chiudendo la vicenda Tonali, deve fare i conti con il Chelsea che sta facendo pressioni su Lukaku perché accetti soldi arabi e risolva definitivamente i problemi creati dalla sciagurata campagna acquisti della scorsa stagione. Questo significa che il reparto offensivo sarebbe quasi tutto da rifare.
Dzeko ha quasi salutato, Bellanova sembra ormai del Torino e la società sta in campana, in attesa di nuovi assalti degli arabi che potrebbero fare blitz per chiunque.
Intanto Vicario, che era indicato vicino all’Inter in caso di partenza di Onana, come aveva riferito lo stesso presidente Corsi, sta per partire per Londra, sponda Tottenham per una cifra di 20 milioni.
C’è un piano per sostituire ogni giocatore, anche se non è detto vada in porto ma Marotta, Ausilio e Baccin hanno imparato a lavorare in emergenza, creando una squadra comunque fortissima.
Avverrà anche questa volta, ma il punto resta il debito, insieme ad avversari che ricorrono a fondi illimitati in quello che oggi è puro far west.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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