Non può essere una tragedia. L'attesa del piacere è essa stessa il piacere

Non può essere una tragedia. L'attesa del piacere è essa stessa il piacereTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 2 giugno 2021, 15:34Editoriale
di Filippo Tramontana
A poco più di una settimana dalla festa nerazzurra per il tricolore il nostro pensiero è rivolto a quello che sarà nel prossimo futuro.
Non penso di poter dire che sia una “tragedia” sportiva e che questa situazione ci abbia tolto la gioia della conquista dopo 11 anni del nostro meritatissimo scudetto.
La felicità l’abbiamo provata infatti nel vedere questa squadra evolversi in queste ultime due stagioni fino al suo logico compimento. La bellezza è stato poter godere della sua crescita partita dopo partita passando per delusioni, sfighe e momenti bui.
Ma poi i ragazzi hanno ingranato la quarta e nulla li ha più fermati.
Com’era la frase di quella pubblicità famosa? “L’attesa del piacere è forse essa stessa il piacere”, era così o qualcosa del genere. In effetti io la vedo in questo modo, il bello è stato essere consapevoli dell’avvicinarsi del traguardo senza però volerlo ammettere a noi stessi, per paura di rimanere improbabilmente delusi e, diciamocela tutta, anche per la nostra proverbiale scaramanzia.
Ma ce lo siamo goduto questo scudetto, punto dopo punto. Abbiamo assaporato le 3 vittorie di fila post pausa nazionale contro Bologna, Sassuolo e Cagliari sapendo che quei 9 punti sarebbero stati il K.O. definitivo per gli avversari e che da quel momento si sarebbe affrontata la discesa in “folle”.
Abbiamo vinto con 4 partite d’anticipo ma la realtà è che lo scudetto lo abbiamo conquistato molto prima di questi ultimi 4 match.
A una settimana dalla fine della stagione la pagina si è girata e il capitolo da leggere adesso è tutto nuovo e, forse, non ancora del interamente scritto.
La “storia” Inter non è mai banale in fondo. Noi siamo un intramontabile “best seller” che trova sempre la maniera di sorprendere il lettore. In un romanzo banale l’avventura nerazzurra sarebbe proseguita con Conte, con il suo gruppo felice e contento, con altri eroi valorosi pronti a entrare nell’esercito fantastico e vittorioso del mister. Ma questo tipo di lieto fine scontato non è da noi e la tradizione nerazzurra vuole che nella storyline faccia il suo ingresso lo choc.
L’Inter è come una stagione del Trono di Spade, serie tv dai mille volti ma dal grandissimo successo internazionale (appunto!), non fai in tempo ad affezionarti ad un personaggio che questo viene sacrificato sull’altare del colpo di scena. Il risultato è che tu rimani incollato allo schermo, avido di sapere cosa succederà dopo.
Noi interisti siamo in questa condizione perenne ma non ci siamo mai abituati e purtroppo o per fortuna mai ci abitueremo.
Il comandante Conte ha lasciato la nave, invitato ad andarsene o di sua spontanea volontà ma questo cambia poco.
Senza di lui le cose inevitabilmente cambieranno. Inzaghi prende il suo posto ma dovrà abituarsi ad una realtà molto diversa da quella laziale, con delle aspettative in questo momento molto superiori.
Mister Inzaghi guiderà la squadra campione in carica e dovrà sapere che al di là dei movimenti di mercato i tifosi si aspetteranno di vincere ancora.
La pressione sale e salirà e Inzaghi dovrà abituarsi a scalare la montagna con gli scarponi dei grandi.
Lui è davvero un predestinato, a Roma lo hanno adorato e lui ha portato risultati e spettacolo. All’Inter sarà più difficile ma c’è da avere fiducia.
Senza Hakimi però sarà un problema. Il terzino marocchino è uno dei più forti al mondo e quando lasci partire uno dei top player che hai in casa non è mai un segnale positivo.
Pensiamoci bene però. Suning ha sempre agito così, è sempre stata attenta ai costi anche prima che il Covid si presentasse al mondo. Per comprare dovevi ricavare e, venuti meno gli introiti dei botteghini e degli sponsor, l’unico modo per fare cassa arriva dal patrimonio interno del parco giocatori.
A differenza di altre squadre l’Inter ha giocatori che valgono una fortuna e può permettersi di sfogliare, anche se a malincuore, la margherita.
Hakimi è il prescelto e infatti partirà.
Non siamo ipocriti a 80 milioni il giocatore sarebbe partito anche senza urgenze economiche. Da quel momento in poi però toccherà alla dirigenza metterci la migliore delle “pezze”.
Spiace perché Hakimi è un grande giocatore e lo spettacolo che ci ha offerto quest’anno poteva essere solo l’inizio di una cavalcata sempre più trionfale.
Ma si sa, noi siamo l’Inter e il Trono di Spade ci fa un baffo!