Le parole sono importanti: l'Inter vuole lottare per lo Scudetto. All'Olimpico senza paura
Ausilio non le ha, correttamente, mandate a dire: vero, l’Inter vuole lottare per vincere lo scudetto. Attenzione, perché le parole sono importanti: ha detto l’Inter vuole lottare per vincere lo scudetto, non l’obbiettivo della stagione è lo scudetto, che sono due cose profondamente differenti. Così come Steven Zhang, nel corso del suo intervento alla cena di Natale nerazzurra, ha detto il sogno della Società è la seconda stella, non ha mai raccontato la storiella dell’obbiettivo seconda stella. No, perché le parole, sissignori, sono importanti, ripetiamolo tutti insieme. Ausilio ha aggiunto, tra parentesi ma mica troppo, non è che le altre siano partite con il solo scopo di arrivare tra le prime quattro: nessuna delle cosiddette grandi parte per raggiungere la zona Champions, per quanti milioni possa portare centrare una delle prime quattro posizioni. Si parte per vincere poi, lungo la strada, si può correggere la rotta: ma si parte sempre e comunque per vincere se ti chiami Inter, Milan, Juve, Napoli e, già che ci siamo, aggiungiamoci pure le romane, possibilmente divertendo anche i propri tifosi.
E proprio da Roma riparte la marcia nerazzurra in campionato: da quello stadio Olimpico che, soprattutto sponda Lazio, non è che ci porti particolarmente fortuna, tanto per usare un eufemismo. Nelle ultime quattro esibizioni sul prato verde romano, come hanno ricordato tutti quanti nei giorni scorsi, siamo riusciti a conquistare la miseria di uno striminzito punticino, giocando spesso tra il male e il molto male, qualche volta pure assenti non giustificati. Però stavolta l’occasione è ghiotta, troppo ghiotta per pensare di lasciarsela sfuggire, complice un Genoa tutto cuore e garretti che ci toccherà affrontare tra due settimane, ma di questo ci occuperemo a tempo debito. Il Grifone, già autore di una grande partita col Milan, ripete il canovaccio e ferma, stavolta, la Juventus: che, così, ci resta alle spalle, inseguitrice fastidiosa ma inseguitrice, evitando il solito sorpasso che un po’ tutti si aspettavano. Ora, non è che l’Inter abbia particolarmente sofferto le vittorie bianconere tanto da produrre partite vuote o piene di paura, anzi: ma, siamo sinceri, affrontare l’ennesima trasferta complicata partendo dalla testa della classifica mi fa vivere calcisticamente in maniera più serena. Anche perché, pur avendo una memoria labile, ricordo tante parole sul calendario nerazzurro: facile, troppo facile, poi arriveranno i veri impegni, Roma a parte gli altri fuori casa e, allora, valuteremo e soppeseremo il vero valore della truppa Inzaghi.
Beh, per malissimo che vada il periodo difficile dovrebbe trovarsi alle spalle e l’Inter è ancora prima. Così, dando una veloce occhiata alla classifica. Che non significa nella, la strada per la seconda stella è lunghissima, non abbiamo fatto ancora nulla ma, intanto, continuiamo a guardare gli altri dall’alto. Però, tornando a poco fa, l’occasione è ghiotta, troppo ghiotta per non provare ad allungare sul gruppone. Vero, Roma sponda Lazio è una trasferta che soffriamo: ma soffrivamo anche Napoli, giusto per citare l’ultimo successo esterno. Questo mi rincuora, la capacità che la squadra ha mostrato fin qui di saper gestire partite e situazioni, indipendentemente dall’avversaria di turno. Anzi, più si alza l’asticella e più l’Inter dimostra di giocare a calcio. Quindi, senza paura, giochiamocela, in barba alla cabala, al recente passato, al tabù Sarri.
Avanti l’Inter, avanti l’Effecì.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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