L’inutile ricerca della soluzione dell’Inter. E lo stato dell’arte sulla cessione del club…
Che l’Inter in questo inizio di stagione abbia commesso tanti errori come forse non nei precedenti tre anni, è evidente. E le responsabilità sono più o meno equamente distribuite: Simone Inzaghi ha le sue, i giocatori le loro. Ma il tiro al piccione arrivato fino alla surreale ipotesi del cambio di allenatore testimonia l’incredibile presa d’atto fuori dalla realtà quando le cose riguardano l’Inter. Un misto tra isteria collettiva dell’ambiente dei tifosi interisti, e pressappochismo dei media in merito.
La situazione è che l’Inter al momento è spaventata della propria ombra: è ovvio che psicologicamente è ancora rimasta al 22 maggio, e deve riuscire a togliersi di dosso le incertezze. Se non ci riuscirà, manderà in malora l’intera stagione.
I giocatori hanno le loro responsabilità: finora rendimento insufficiente dell’intera difesa, di quasi tutto il centrocampo. Si salvano 4/5 elementi, su tutti Lautaro Martinez, encomiabile nella sua capacità di essere assurto a leader psicologico che con le giocate efficaci prova coprire i limiti dei compagni.
E Simone Inzaghi ha le sue responsabilità: sta all’allenatore riuscire a scuotere psicologicamente i suoi, al di là degli errori che si possano commettere con i cambi o le scelte. Ma non è tanto una questione di schemi all’Inter, quanto di testa.
Non vincere con il Torino sarebbe significato slavina sull’intera stagione. Non significa che adesso andrà bene, ma la volontà dell’Inter di andare oltre i propri limiti rappresenta quanto allenatore e giocatori ci stiano provando. In Rep.Ceca sarà già incredibilmente difficile, perché l’Inter deve ricostruirsi passo dopo passo, ma almeno il percorso è avviato.
Quante volte in passato l’Inter ha cercato in un taumaturgico cambio di allenatore una soluzione che non esisteva: schema classico, scossa per due mesi, serie di risultati utili per poi finire peggio di prima. Gli interisti sanno che è la solfa avvenuta a intervalli regolari per 30 anni.
Invece Simone Inzaghi sa come trovare la soluzione: non è detto ci riesca, ma è un lavoro paziente che ha bisogno delle sue tappe.
Così come per la cessione del club, ma lì altro che pazienza. Lo stato dell’arte è che il dialogo con Goldman Sachs è aperto da due anni. E’ che un anno e mezzo fa Zhang rifiutò un’offerta da 800 milioni di BC Partners perché ne cercava un miliardo, prezzo assolutamente fuori mercato. Adesso si valuta il club a 1.2 miliardi di €, provando a cavalcare la cessione del Chelsea e il malcontento degli altri pretendenti all’acquisto dei Blues, che magari virerebbero sull’Inter. Ma è tutto nel campo delle ipotesi, di concreto non si muove nulla.
Per questo, anche in questo caso, l’Inter deve cercare la soluzione dentro di sé, in campo e fuori, perché non esiste chi risolva con la bacchetta magica.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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