L'intervista a Conte non mi è piaciuta. Ricominciamo da Inzaghi: la sfida è affascinante

L'intervista a Conte non mi è piaciuta. Ricominciamo da Inzaghi: la sfida è affascinanteTUTTOmercatoWEB.com
domenica 6 giugno 2021, 18:48Editoriale
di Gabriele Borzillo

Comincio dalla fine, oggi: seguita l’intervista all’ex allenatore dell’Inter, sempre gratitudine per il diciannovesimo, ma non mi è piaciuta. Proprio no. Dopodiché, giustamente, ciascuno tira acqua al proprio mulino soprattutto chi, come Antonio Conte, fa del suo nome il brand fondamentale. Comunque, chiusi i ringraziamenti, salutata l’orchestra, si ricomincia. Perché l’Inter è la cosa importante. Perché l’Inter continua a esistere, a farmi tremare i polsi, ridere, piangere, incazzarmi, urlare, disperarmi, gioire. L’Inter, non un brand, per quanto importante possa essere.

Ricominciamo dunque.

Ricominciamo da un allenatore giovane, simile per alcuni al suo predecessore in fatto di gioco ma, al netto della linea a tre con i cinque in mezzo e i due davanti, dal mio punto di vista molto diverso per certi aspetti. Probabilmente vedremo maggior possesso palla, probabilmente: con l’Eriksen di turno o chi per lui più vicino all’area avversaria, maggior libertà d’azione annessa. Un calcio, diciamo, meno ligio a doveri, schemi, posizioni, occupazione delle zone del campo. Possiamo lanciarci in un più creativo, tra virgolette? E lanciamoci. Più creativo. Sempre e comunque con l’equilibrio in cattedra perché Simone Inzaghi è maniacale da questo punto di vista, come chi è venuto prima di lui. Simone ha maturato esperienza in una piazza complicata, Roma, calcisticamente portata a tritare e ritritare giocatori e allenatori: inoltre, non sottovalutiamolo, ha vinto. Lasciate stare la storiella della coppetta: perché fino a dicembre quella coppetta l’avrei messa volentieri nella nostra sala trofei, e ce la metterei pure l’anno venturo. Mica la schifo, anzi.

Non parliamo nemmeno di seconda o terza scelta, della serie è venuto perché altri non hanno accettato. Max da Livorno, per esempio, ha accarezzato l’Inter: non credo nemmeno di fantasticare troppo affermando che, se Antonio avesse salutato la compagnia dopo Villa Bellini, lui sarebbe stato il nuovo allenatore. Ma il treno Allegri ha lasciato la stazione con direzione lidi differenti l’inverno passato, quando tutto ha cominciato a girare in casa nerazzurra. Quando l’Inter ha iniziato la cavalcata vittoriosa verso il diciannovesimo: sfugge ancora a qualcuno, i campioni d’Italia siamo noi, state sereni. Così come trovo, opinione personale per carità, particolarmente strana la storia della presunta offerta ad Ancelotti: Carletto, che trovo ancora un grandissimo, non verrebbe mai all’Inter, e non perché lo racconto io. Molto semplicemente lo ha raccontato lui in più di una circostanza. Ancelotti è allenatore ma non solo: e l’Inter non l’allenerebbe mai. Io, per questo, lo stimo ancora di più, se possibile: avversario fantastico.

La sfida di Inzaghi è affascinante: poter allenare i colori con lo Scudetto cucito sul petto, la nuova avventura in Champions League, il tabù dei gironi da superare, che per due anni ce li siamo giocati all’ultima giornata, in casa, col braccino. Simone non punta i piedi, non chiede acquisti milionari, credo abbia compreso in pieno quale sia l’attuale situazione dell’Inter, del sistema calcio italiano, dell’intero pallone mondiale. Ecco perché mi vien difficile ascoltare discorsi riguardanti il Milinkovic-Savic di turno, ad esempio. La paura generale, nella tifoseria nerazzurra, è l’incubo ridimensionamento (riduzione a più modesti limiti di valutazione, cit.). Il campionato è terminato due settimane fa, era il 23 maggio: per molti abbiamo anzi, hanno che i soldi non li incasso io e non svolgo nemmeno le trattative, venduto mezza squadra. E l’altra mezza è sul mercato ma non sappiamo come finirà. Però a oggi, 6 giugno 2021, la rosa è la stessa. Giuro. Non è partito nessuno. Poi, ovvio, qualcuno se ne andrà, i problemi ci sono e fare gli struzzi non porta a nulla. Per intanto, scusate se è poco, I M Scudetto: gli altri non mi risulta.