L’Inter viaggia tra i rinvii di Zhang e San Siro

L’Inter viaggia tra i rinvii di Zhang e San SiroTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 17 novembre 2022, 18:10Editoriale
di Lapo De Carlo

Nella giornata di ieri è stato presentato il libro di Marco Bellinazzo, capace di tornare sull'argomento dei poteri che stanno condizionando, forse in modo irreversibile, il destino di questo sport. È stata una giornata nella quale è stato possibile, attraverso le parole di Beppe Marotta, invitato alla presentazione, fare un punto sull'Inter.

L'amministratore delegato ha parlato di contratti in scadenza che potrebbero vedere degli addii anticipati e, anche se non ne ha fatto menzione, la società si sta guardando intorno per quel che riguarda nuovi talenti tra cui spiccano i nomi di Alcaraz e Vasquez.

È possibile che Gosens venga ceduto già ai primi di gennaio e si faccia una riflessione anche su Gagliardini e Correa.Quello che però resta evidente è l'invisibilità di una prospettiva.

Da quello che si intuisce la dirigenza sa muoversi bene nelle difficoltà e ha imparato a restare competitiva, nonostante tutti i problemi della proprietà.
Il fatto è che un orizzonte temporale tanto minuscolo non permette strategie di lungo termine.

Da quello che trapela Suning e Zhang padre vorrebbero vendere l'Inter anche subito mentre Steven si rifiuta di accettare la situazione.

Il miliardo e 200 milioni, fissato con Goldman Sachs come quota minima di cessione, svenduta anche come ricerca di un nuovo socio, riflette una confusione che fa rima con temporeggiamento.
 

Un discorso che vale anche per lo stadio, dove la politica si è impadronita di questo monumento, proprio nel momento in cui sembrava ormai certo che il nuovo stadio dovesse nascere.
Al contrario oggi non si sa nemmeno se l'intenzione sia quella di costruire un nuovo impianto oppure rimettere a nuovo lo Stadio Meazza. Un'ipotesi che fino a due mesi fa sembrava fantascientifica e respinta come folle.

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha viaggiato in una linea di ambiguità dicendosi persino favorevole ad una nuova cattedrale del calcio, ribadendo più e più volte che però San Siro avrebbe dovuto essere abbattuto.

Negli ultimi tempi invece sono stati presentati ricorsi al TAR e presentate delle raccolte firme, a breve distanza da un dibattito pubblico che si concluderà domani 18 novembre.

L'interminabile vicenda sta paralizzando tutto e impedendo a Inter e Milan di fare un salto di qualità necessario.

La questione stadio è diventata una sabbia mobile, pilotata ad arte per rinviare all'infinito una vicenda che seguiamo, ormai sfiniti, da vent’anni e dovrebbe imbarazzare tutti.
Dovrebbe imbarazzare un Paese che non riesce a costruire stadi di proprietà, che non capisce quanto sia fondamentale cambiare radicalmente rapporto tra un impianto che non è soltanto in grado di generare profitti ma anche cultura dei tifosi. Dovrebbe imbarazzare chi ha come unica linea politica il differimento. Il posticipo di una decisione come unica strategia.

Negli ultimi due anni L'Inter è impelagata in vicende che si trascinano e che costringono ad assistere a continui rinvii dei problemi e cercando soluzioni temporanee.

Ai tifosi interessa ma fino a un certo punto, fino a quando la squadra viaggia nei primi posti della classifica.

È probabile che se l'Inter fosse in una crisi tecnica palese sarebbe più semplice innescare un processo di cambiamento più rapido e conclusivo ma è evidente che nessuno se lo augura.
Oggi è più facile chiedersi se sarà Inzaghi o qualcun altro il prossimo allenatore, se Skriniar firmerà a breve e se Lukaku tornerà ad essere quello di un tempo.
I fatti importanti si giocano altrove ma vengono sempre rinviati.
Amala