L'Inter non perde il treno Scudetto. Ma bisogna risolvere il problema attacco

L'Inter non perde il treno Scudetto. Ma bisogna risolvere il problema attaccoTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 6 aprile 2022, 12:46Editoriale
di Filippo Tramontana

Poteva essere un weekend di campionato devastante per le nostre residue ambizioni tricolori, il calendario infatti offriva un’occasione importante al Milan per poter scavare un solco decisivo tra se e le dirette inseguitrici. Con Napoli e Inter impegnate nelle proibitive trasferte rispettivamente di Bergamo e Torino era difficile pensare che la squadra di Pioli alla fine non ne avrebbe approfittato.

Fin da sabato però si era capito che qualcosa non stava seguendo in pieno la logica dei pronostici sulla “carta”.

Il Napoli di Spalletti spegneva le velleità dell’Atalanta senza troppe difficoltà mentre l’Inter, in crisi d’identità negli ultimi due mesi, giocava una partita di pura sofferenza e di discreta fortuna per espugnare dopo 11 anni il “maledetto” stadio della Juventus.

Per l’Inter vincere a Torino ha significato non solo non perdere il treno scudetto, ma anche non subire l’imbarazzo di un sorpasso in classifica proprio da parte della squadra di Allegri. Una vittoria, quella dello Stadium, per i campioni d’Italia in carica piena di significati neanche troppo nascosti.

Probabilmente il Milan ha sentito sul collo il fiato delle inseguitrici, forse ne ha avvertito l’inatteso peso fermandosi a San Siro contro un volenteroso Bologna in cerca di punti anche in onore del suo allenatore.

Fatto sta che la possibile fuga rossonera si è trasformata in un avvicinamento alla vetta di Napoli e Inter pronte a dare tutto pur di non mollare il sogno tricolore.

Per Napoli significherebbe tornare a essere campioni a distanza di più di trent’anni dall’era Maradona, per i nerazzurri vorrebbe dire entrare nella storia del club cucendosi addosso, oltre al tricolore, anche la seconda agognata stella prima dei rivali rossoneri.

Torniamo a noi e cerchiamo di analizzare il nostro stato di forma provando a considerare qualche numero.

La cosa che salta subito all’occhio è che la fluidità di manovra e il gioco spettacolare visti fino a dicembre tardano a tornare. Siamo più “fermi”, i movimenti sono più rari e i reparti sono più distanti tra di loro. Di questo ne soffre soprattutto l’attacco che non trova negli inserimenti dei difensori e dei centrocampisti degli appoggi utili per riempire l’area di rigore o per creare spazi per fare male all’avversario.

Proviamo allora ad analizzare qualche dato prendendo in esame, ovviamente, solo il campionato. Nel 2022 la squadra di Inzaghi ha segnato appena 14 gol, solo 8 segnati dagli attaccanti e ben 5 di questi messi a segno in un'unica partita contro la Salernitana (3 Lautaro e 2 Dzeko). Le restanti 6 reti sono di Bastoni, Barella Skriniar, Perisic, Dumfries e Calhanoglu su rigore contro la Juve.

Il problema che riguarda il nostro attacco è evidente e va risolto se si vuole continuare a lottare per lo scudetto fino all’ultimo.

Dzeko e Lautaro (solo 4 gol negli ultimi 4 mesi tutti contro la Salernitata), sono lasciati troppo soli davanti, hanno bisogno di appoggio e costruzione che in questo momento si fa fatica ad ottenere. In questi periodi di “difficoltà” di gioco si deve fare con ciò che si ha e i giocatori, in qualche modo, sono riusciti a tirare fuori il massimo del poco che avevano. Ora però è ora di tornare gradualmente a un gioco che aiuti a riempire la metà campo avversaria senza però sbilanciarsi troppo e concedersi ai contrattacchi avversari. In questo 2022 l’Inter ha subito 9 gol, una media discreta ma anche qui migliorabile.

L’assenza di Brozovic non ha aiutato contro Torino e Fiorentina ma il suo recupero può essere l’incentivo per ritrovare una brillantezza che, ad oggi, non abbiamo e che ci sta penalizzando tanto.

Per vincere serve segnare e i nostri attaccanti hanno bisogno di farlo. L’Inter rimane ancora il miglior attacco del campionato e la seconda migliore difesa. Siamo allo sprint finale, la vittoria contro la Juve ci ha ridato speranza, ora tocca a noi creare i presupposti per cavalcarla.