Istanbul: mi aspettavo il Triplete del Manchester, ma l'Inter è stata brava e ora che sia seconda stella. Su Onana vi dico che...

Istanbul: mi aspettavo il Triplete del Manchester, ma l'Inter è stata brava e ora che sia seconda stella. Su Onana vi dico che...TUTTOmercatoWEB.com
martedì 13 giugno 2023, 20:43Editoriale
di Gian Luca Rossi

Quando ho deciso di andare a Istanbul per la finale di Champions l’ho fatto con l’idea che sarei andato incontro ad una sconfitta. Non come a Madrid 13 anni fa, quando ero convintissimo del successo, come poi è stato. Per questo, essendo nell’animo prima viaggiatore che cronista, mi sono ritagliato quasi una settimana per mettere un paio di bandierine in Paesi più o meno vicini alla Turchia che ancora mi mancavano: Kosovo e Macedonia del Nord, Pristina all’andata e Skopje al ritorno. E ho fatto bene, così di questo viaggio non mi resterà solo una finale di Champions persa. L’Inter comunque è stata molto più brava di quanto mi aspettassi e Guardiola, dopo il gol di Rodri, memore della finale persa due anni fa con il Chelsea, si è reincarnato tatticamente nel suo mentore Mazzone, mentre Simone Inzaghi, col passare dei minuti, sembrava essere lui Guardiola. Vedere Haaland a difendere e una squadra costata una follia e costruita per vincere tutto persino alle corde è stato molto onorevole per l’Inter. Però alla fine i nervi più saldi e il maggior sangue freddo del City hanno avuto ragione dell’Inter, che ha un po’ toppato nei suoi uomini d’attacco, che hanno sentito la partita. Dico sempre che chi vince festeggia e chi perde spiega e infatti ho spiegato. Poi c’è una terza categoria che non festeggia né spiega perché, non essendo protagonista, può solo tifare contro chi ha fatto assai meglio del previsto. Nulla di male per carità, in passato hanno gufato parecchio anche gli interisti, soprattutto contro gli juventini nelle loro due recenti finali perse, ma ultimamente non certo contro i milanisti, che a fronte delle 5 finali internazionali, vinte e perse, disputate dall’Inter, ne hanno giocate zero. Potevano solo evitare alcune volgarità sui cavalcavia di periferia, i rossoneri, che hanno un proprietario, per qualcuno presunto, che neppure sa quante Champions abbia il Milan e che ha appena silurato senza mezze misure un’icona rossonera come Paolo Maldini.

Tornando all’Inter, se è vero che le delusioni comportano una crescita, nessuna sconfitta come quella di misura e più che onorevole contro l’attuale miglior squadra del mondo potrà essere utile per il futuro immediato. E ora i tifosi interisti, che hanno reagito con classe all’amarezza, chiedono ufficialmente che l’Inter il prossimo anno porti in bacheca lo Scudetto della Seconda Stella. Dovrebbe essere un must dopo la serata di Istanbul, ma uso il condizionale perché per centrare l’obiettivo occorre rinforzare questa squadra, perché l’esperienza è importante, ma mai come almeno un paio di rinforzi di statura europea. L’Inter non è stata statisticamente solo la squadra più anziana a giocare una finale di Champions League, ma forse anche quella con più parametri zero e prestiti in rosa. Quindi via al mercato, con partenze, arrivi e scambi, soprattutto tra Inter e Chelsea, con un serio timore che mi ha attanagliato proprio a Istanbul su André Onana. Un uomo del suo entrourage, Jordi Pascual si è arrabbiato con me perché incontrandolo proprio il giorno della finale davanti all’Hilton Bakirkoy dove alloggiava l’Inter gli ho chiesto se la partita di quella sera rischiava di essere l’ultima di Onana in nerazzurro, visto che in Inghilterra scrivono che il Chelsea sarebbe pronto a offrire 60 milioni, non ho capito se di sterline o euro, per averlo subito tra i pali. E anche senza rilasciarmi l’intervista che gli ho chiesto, la prossemica di Pascual non mi ha per nulla tranquillizzato. Così l’ho detto e l’ho scritto. E, pur non essendo io un cronista che si occupa prevalentemente di mercato, molti media hanno ripreso il mio punto di vista. Spero di aver capito male, ma oggi non scommetterei un euro sulla certezza di non rivivere con Onana un altro addio doloroso come stato per me quello di Skriniar. Ne riparleremo.