Inter e Milan fuori Milano: che sconfitta sarebbe per la mia città!
Stavolta non vi parlerò del portiere che non arriva ma arriverà, Sommer, degli attaccanti da scegliere con la massima attenzione come eredi del rinnegato Lukaku, ultima new-entry Scamacca.
E non vi parlerò nemmeno del colpo grosso di Marotta a centrocampo, Samardžić, per il quale aspetto comunque il Comunicato Ufficiale.
Stavolta vi parlerò dello Stadio, perché il calcio milanese con tutti i suoi problemi stavolta rischia pure di perdere il suo Tempio famoso e apprezzato in tutto il mondo: San Siro.
Devo dire che il tema non mi ha mai particolarmente appassionato, forse perché di un nuovo impianto di proprietà al posto di San Siro se ne parla, più o meno con forza, dal millennio scorso. Era il 1992, quando intervistai l’allora Presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini, affascinato dall’idea di costruire a Milano uno Stadio solo nerazzurro. Sindaco di Milano allora era Piero Borghini nel bel mezzo di Tangentopoli e tutto finì lì. Poi in un paio di occasioni ci aveva pensato anche Massimo Moratti, ma il fascino di San Siro aveva sempre avuto il sopravvento.
Ora però, nel calcio-business odierno, la necessità di avere uno Stadio di proprietà non è più procrastinabile, né per l’Inter né per il Milan.
Al proposito da Casa Milan hanno sempre amato certe sparate: ricordate quando Barbara Berlusconi si era messa in testa di costruire uno stadio tutto rossonero al Portello, quando anche l’ultimo Consigliere di Zona sapeva benissimo che lì per la natura per territorio sarebbe stato impossibile? Ai giorni nostri poi c’è stata l’idea di Paolo Scaroni di costruire uno Stadio rossonero a La Maura, dove da decenni anche i bambini sanno di vincoli ambientali insormontabili. Insomma al di là delle chiacchiere, a volte propagandate anche per smuovere il grande protagonista negativo di tutta la vicenda, ossia la politica milanese, indipendentemente da colori o schieramenti, non si è mai riusciti a fare nulla a Milano per l’Impiantistica Sportiva di altissimo livello. E oggi la politica cittadina, ineguagliabile nel mettersi di traverso, è perfettamente incarnata da Giuseppe Sala, che rischia di passare alla storia come il primo Sindaco che vedrà i due patrimoni calcistici cittadini di caratura mondiale, l’Inter e il Milan, decidere una volta per tutte di abbandonare Milano. Non fraintendetemi, non considero Il Sindaco Sala l’unico colpevole della vicenda, ma ogni volta che si va seriamente sull’argomento percepisco in lui, da cittadino milanese, figlio, nipote e pronipote di milanesi, un senso di intimo fastidio verso la possibilità che Inter e Milan abbiano finalmente la loro Casa o le loro case dentro Milano. Per fortuna il Sindaco Sala passerà prima dell’eventuale posa della prima pietra e non dispero che alla fine la soluzione di uno nuovo San Siro possa essere ancora in città.
Però, al di là delle intenzioni del Milan che sta valutando l’area di San Donato Milanese, il passo concreto operato dall’Inter per la concessione di un diritto d’esclusività fino al 30 aprile 2024 per la costruzione dell’impianto nell’area di proprietà di Bastogi e Brioschi a Rozzano è un chiaro segnale che ci si è stufati di perdere altro tempo con la politica milanese. San Siro per l’Inter resta comunque la prima opzione e anche se fatica a dirlo espressamente per il Milan è lo stesso. Il vincolo della Soprintendenza che ne impedisce l’abbattimento era scontato da tempo e voglio sperare che con buona volontà da tutte le parti e magari con un altro Sindaco ci sia ancora margine por restare a San Siro, magari in un impianto nuovo prospiciente al Meazza. In molte città ci sono vere e proprie cittadelle sportive con impianti vecchi e nuovi l’uno praticamente di fronte all’altro: se passate per Malmoe, in Svezia, ve ne renderete conto di persona. Insomma quello che non sopporto è che a Milano non si riesca davvero a pensare al bene comune: le proprietà straniere certamente o non rendono le cose più facili con le loro visioni di business, ma proprio per questo vorrei un atteggiamento più conciliante da parte della politica e del Sindaco Sala in primis, che invece mi pare sia più affascinato da divieti di circolazione alle auto, piste ciclabili e monopattini a raffica.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati