Inter, basta poco: altro che rivoluzioni
Il giochino del calciomercato è divertente assai: anche oggi, giorno zero – ricordiamo, il circo parte il primo luglio – qualcuno se n’è andato, qualcuno andrà e, se arrivano offerte irrinunciabili, facciamo dai 90 milioni a salire, nessun interista è incedibile. La domanda sorge spontanea: perché, chiedo scusa, quale altra squadra, eccezion fatta per le due o tre che conosciamo tutti, non si siederebbe a un tavolo con base di partenza quella novantina di milioni? Per chiedere, per sapere.
L’Inter, lo ricordiamo ai meno attenti, ai neofiti del calcio, agli stessi tifosi nerazzurri che però non va mai bene niente, è vicecampione d’Europa: certo, ha perso la finale. Per un rimpallo. Contro la squadra più forte del mondo, della Via Lattea, dell’universo, che doveva schiantarci sotto caterve di gol, umiliarci dal minuto uno al novanta. Invece il pallone è così, vincio perdi per un rimpallo. E, da vicecampione d’Europa, non credo necessiti di particolari rivoluzioni. Così come mi sembranonormali richieste, da parte di altri club più ricchi e potenti del nostro, di informazioni sui nostri calciatori.
Ripartiamo daccapo: sei arrivato in finale di Champions, hai giocato alla pari con i più forti dell’universo, li hai messi in difficoltà, è ovvio che i tuoi giocatori, più ancora delle passate stagioni, finiscano nel mirino delle grandi società, quelle coi milioni veri da spendere e spandere: dopodiché ciò non dà a intendere necessariamente partirà tizio o caio, ne sono sicuroperché Zhang è brutto e cattivo, Suning di più, i nostri dirigenti devono cedere per forza. Per me, al contrario, è sinonimo di orgoglio avere uomini, in rosa, seguiti con attenzione da club ricchi e potenti. Significa aver fatto un grande lavoro. Significa essere cresciuti in maniera esponenziale. Significa poter contare su materiale umano di prima, primissima fascia.
Ecco perché non credo alla rivoluzione eventuale, molto eventuale, con mille mila migliaia di miliardi di nomi accostati o i cosiddetti pezzi da novanta già ceduti, chissà poi perché e, soprattutto, a chi. Credo, invece, in un mercato oculato, attento, dove sarà necessario cedere qualcuno per arrivare a qualcun altro. Senza strapparsi le vesti, senza ululare alla luna il proprio disappunto, senza passare le giornate dannandosi l’anima perché, forse, magari, Tiramolla25 ha scritto Lautaro, Barella, Onana, Bastoni, scegliete Voi, è vicinissimo, anzi prossimo, alla firma con questo club o con quell’altro.
Per adesso il lavoro della nostra dirigenza ha portato sempre a qualcosa. E il demone Simone, nonostante inciampi che vedremo di non ripetere nel prossimo campionato, ha traghettato il mondo nerazzurro verso lidi sconosciuti da tempo. Questa è squadra che ha bisogno di qualche ritocco: forse non torneremo subito a disputare l’ennesima finale, facciamo anche che no. Ma la seconda stella l’Inter ha dimostrato di poterla raggiungere: perché poco o nulla è precluso all’orgoglio e alla grinta di questi ragazzi, di questo gruppo.
Avanti l’Effecì.
Alla prossima.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
Direttore Responsabile: Lapo De Carlo
Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione n. 18246
© 2024 linterista.it - Tutti i diritti riservati