Il pericolo di sentirsi più forti

Il pericolo di sentirsi più fortiTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 13 giugno 2024, 22:55Editoriale
di Lapo De Carlo


L’annuncio del rinnovo di Nicolò Barella è un’altra dimostrazione di solidità del progetto Inter, la quale, dopo l’ingresso di Oaktree si è immediatamente concentrata sul fissaggio del carico e la continuità di intenti, rasserenando istantaneamente i tifosi sulla continuità.
Barella diventa a tutti gli effetti una bandiera dell’Inter e questo vale più di ogni altra cosa in un’epoca in cui i giocatori tendono a legarsi ad un club per un periodo relativamente breve. Il senso di squadra e la capacità di resilienza nasce proprio da giocatori che rappresentano i punti di riferimento.
Nicolò la scorsa stagione aveva già rifiutato un’offerta importante dall’Inghilterra, rendendo più facile la volontà del club di trattenerlo. Ora si lega in modo quasi definitivo e, considerando la sua qualità, è inseribile automaticamente nel Valhalla della mitologia nerazzurra.

In tutto questo l’Inter ha già fatto dei passi importanti nel consolidamento chiudendo un accordo che sembrava complicatissimo con Lautaro e arrivando a un quasi accordo con Inzaghi e nel mercato acquistando un centrocampista capace di coprire il ruolo di mezzala e regista come Zielinsky, più una terza punta come Taremi.
Ora si sta lavorando sul portiere (Martinez) e il quarto attaccante (Gudmunsson) anche se non c’è certezza di riuscire a prelevarli dal Genoa visto il costo elevato.
Al di là degli obiettivi è opinione comune che l’Inter sia già forte così e sia la naturale favorita della prossima stagione. I tifosi si sentono quasi protetti dalla presenza di Marotta e c’è una stima che non ha eguali verso l’attuale dirigenza che, insieme a Inzaghi, in questi ultimi anni ha portato a due scudetti, tre supercoppe, due coppe Italia, una finale di Europa League e una di Champions League.



Ricordo bene però le parole di Julio Velasco che da ct della nazionale italiana di volley ricordava come fosse complesso motivare una nazionale che vinceva (quasi) tutto, perché i giocatori sentivano di essere i più forti e credevano di non avere più molto da migliorare. Gli avversari invece studiavano e, rivedendo anche le loro sconfitte, imparavano e ci mettevano ancora più impegno in allenamento e in partita.
Gli avversari dell’Inter hanno un approccio che non parte necessariamente da un maggiore impegno dei giocatori ma da una migliore strategia nel mercato.
A giudicare dalle prime mosse la Juventus si sta muovendo in modo risoluto. L’Aston Villa, in una sorta di atto suicida, sta quasi regalando Douglas Luiz, uno dei migliori esterni al mondo, in cambio di 20 milioni, più McKennie e Iling. Se riuscisse a chiudere per Koopmainers e Greenwood avrebbe tre rinforzi di grande qualità. Il Milan non ha ancora una forma ma sembra intenzionata a chiudere per Zirkzee, nonostante la commissione altissima che pretende Kia Joorabchian e l’inserimento (di disturbo? della Juve. Il Napoli ha Antonio Conte e, non avendo Champions e Supercoppa italiana, una media di 10 partite in meno da disputare rispetto alle rivali più accreditate. La condizione perfetta per il tecnico che arriva con il ruolo di salvatore.  

Queste prime indicazioni naturalmente non vi spaventano ma è solo per ricordare che nulla resta come l’anno precedente. Può darsi anche che l’Inter migliori ulteriormente perché Pavard è arrivato solo a metà stagione, Bisseck è stato inserito solo più avanti, dimostrando di essere difensore dalle grandi potenzialità, Buchanan non lo abbiamo quasi mai visto, Lautaro e Thuram hanno dovuto tirare la carretta perché Arnautovic è stato assente a lungo e Sanchez non ha garantito un cambio sicuro. Il risultato è che ad un certo punto della stagione i due attaccanti titolari erano stanchi e meno prolifici.
Questa stagione le premesse sembrano diverse.  E’ anche vero però che tra le variabili ci sono i rendimenti in relazione all’età di Acerbi, Sommer, Mkhitaryan, De Vrij, Arnautovic, e Darmian, che sono i giocatori più anziani in rosa e vanno verso la stagione più lunga e dura di sempre. Essere forti, a volte anche i più forti, può non bastare, specie se non si determinano le stesse motivazioni e gli incastri della stagione precedente. In questo la società dovrà fare un lavoro importante, tanto quanto il mercato.
Amala