Il mercato di riparazione è partito col botto. Ora manca una punta

Il mercato di riparazione è partito col botto. Ora manca una puntaTUTTOmercatoWEB.com
venerdì 5 gennaio 2024, 22:16Editoriale
di Gabriele Borzillo

Torna quello che una volta veniva chiamato mercato di riparazione, un po’ come gli esami di settembre. Non hai fatto bene? Non preoccuparti, c’è sempre…il mercato di riparazione, quella roba dove spesso non combini nulla perché, almeno stando a sentire l’opinione di molti ex allenatori o calciatori - parliamo di personaggi stabilmente in prima fascia, mica lo dico io – le squadre si fanno durante l’estate. Poi, a gennaio, puoi casomai apportare qualche ritocco, cercare di risolvere un problema dell’ultimo minuto, puntellare una zona di campo dove ti senti o sei palesemente in difficoltà.

L’Inter pare aver cominciato col botto il suddetto mercato, acquistando – mentre sto scrivendo mancano le firme e, sinceramente, non conosco i familiari del ragazzo però non credo ci siano problematiche esistenziali a riguardo - un giovanotto mica più tanto giovanotto, ventiquattro anni nel calcio di oggi sono un’età considerata ideale per giocare ad alti, altissimi livelli. Viene da un campionato non propriamente probante ma, per dirla tutta, il ricordo che ho io di Tajon Buchanan da Brompton, una quarantina di chilometri a nord ovest di Toronto, la città più italiana di tutte le città più italiane del mondo, non viene dalle prestazioni dell’esterno destro nella Jupiter League. No. I miei ricordi affondano nel mondiale invernale qatariota, quell’esperimento né carne né pesce che spero ardentemente non venga riproposto, per carità degli dei pallonari: volate sulla fascia, corse a perdifiato, avversari puntati e saltati, sempre tra i migliori in campo della sua nazionale. Che vabbè, d’accordo, non sarà tra i top team mondiali: ma il buon Tajon mi aveva colpito per intraprendenza e sfacciataggine con cui affrontava chicchessia. L’Inter fa mercato, apriti cielo: economisti dovunque, con tanto di master, credo al MIT, pronti a spiegarci che no, non si può fare, i debiti sono troppi. Vero, sappiamo tutti che la situazione economica dell’Effecì non è rosea, tutta baci baci e coccole: però l’Inter, fino a prova contraria, i debiti li sta onorando. In soldoni, se io ho debiti ma li pago puntualmente, dove sta il problema? Perché così mi sembra di poter affermare. Ovvio, scrivo in soldoni, i bilanci societari sono ben altro. Personalmente, non essendo materia di mia pertinenza pur avendola sfiorata durante il percorso universitario, non sto ad argomentare per poi fare figure meschine di fronte a un educato contraddittorio che non sarei in grado di sostenere, la mia professione non è leggere i bilanci delle Società. Potrei farlo capendoci qualcosa, certo, ma rischiando di essere poco adeguato al dibattito. Dopodiché ciascuno è libero di raccontare, dire o scrivere ciò che gli pare, a me cambia poco, ci mancherebbe. 

Buchanan a parte, cosa manca? Manca una punta, acciderbolina. Che poi all’Inter si fischietti allegramente quando viene sfiorato l’argomento è cosa risaputa: in Società sono certi che i quattro attualmente in rosa siano competitivi ad alti, altissimi livelli. Io sono più propenso a pensare che tre siano competitivi, non me ne voglia il quarto ma lo vedo bello spento e, fino a oggi, poco utile alla causa. Comunque non devo fare mercato, personalmente mi limito a osservare, commentare e, quando gioca l’Effecì, tifarla. Domani, a pranzo, si rigioca: l’Epifania che tutte le feste si porta via a tavola, con la TV accesa.

Avanti l’Inter, avanti l’Effecì.

Alla prossima.