C'eravamo tanto odiati. Lukaku alla Juventus non è un tradimento, ma un film dell'orrore
Scrivere qualcosa sulla vicenda Romelu Lukaku è davvero semplice, quasi banale e ai limiti dell'imbarazzante. Basterebbe affidarsi alla pancia, lasciarsi trasportare dalle emozioni e da "quell'io ve lo avevo detto". Ma meglio di no, in questi casi è necessario ragionare con la testa (il contrario di quello che ha fatto Big Rom) per evitare di andare troppo oltre.
Romelu Lukaku era e resta un'operazione totalmente sballata per almeno quattro motivi. Il primo è facilmente intuibile, ma lo lasciamo per ultimo. A livello tecnico avrà pure in dote quei 20-25 gol, ma spesso i tifosi hanno commesso un errore madornale. "Chi prendi a 35 milioni?" Nessuno, ma non avresti preso nemmeno Lukaku: la cifra era quella proposta dall'Inter, non quella che avrebbe accettato il Chelsea. Manca la controprova, ma al di là delle due stagioni - prima del primo strappo - il belga non ha mai brillato. Parlano i numeri, pure quelli della Premier League.
La seconda motivazione riguarda lo spogliatoio. Un tira e molla simile fa male al giocatore, alla società ma soprattutto alla squadra. Non dai un segnale positivo - passa il messaggio in cui un giocatore può andarsene quando vuole salvo poi ritornare sui propri passi perché "dall'altra parte" si trova malissimo - e rischi di perdere non solo Lukaku e gli altri attaccanti, ma anche il resto della squadra.
La terza? Facilissima. A livello economico parliamo di un'operazione improponibile: spendere almeno 35-40 milioni di euro per un giocatore in fase calante e che non ti dà nessuna certezza di star bene a livello fisico vuol dire buttare via soldi. Basta prendere a 10-15 milioni un giocatore in grado di tamponare l'assenza della terza pedina e che già conosce il campionato italiano. Il quarto potrebbe farlo un giovane, che in 15 partite può darti sicuramente maggiori certezze di un calciatore tornato a Milano solo per il Mondiale (idea personale e che non potrà mai essere confermata né smentita).
E poi arriva il quarto punto, quello sentimentale. Romelu Lukaku ha sputato letteralmente nel piatto dove ha mangiato. Poi ha fatto di tutto per farsi perdonare tornando indietro col capo cosparso di cenere e nell'indifferenza generale. Gli ultimi mesi e un paio di gesti un po' paraculi hanno fatto cambiare idea anche a quelli più scettici, ma a questo punto resta soltanto una cosa da pensare: faceva tutto parte di un copione scritto malissimo, roba da teen drama all'italiana.
C'è da aggiungere un'ultima considerazione. Lukaku alla Juventus non è un tradimento, ma un film dell'orrore, di quelli scadenti e che sai benissimo come andrà a finire. L'assassino è lì, dietro la porta da dove arrivano colpi sinistri, ma nonostante tutto provi a fidarti dell'umanità, vai lì e spalanchi tutto per vedere cosa sta accadendo e nella flebile speranza di non essere fatto a pezzi. Il resto è un finale già scritto e non è nemmeno quel delitto perfetto, termine tanto caro ma parecchio inflazionato nell'ultimo periodo.
Personalmente non potevo immaginarmi uno scenario simile. Uno soltanto è talmente tanto macabro da superare quello attuale in retromarcia e sulla corsia di destra: un gol sotto la Nord con la maglia della Juventus, troppo anche per i cuori nerazzurri più coraggiosi.
C'eravamo tanto odiati, caro Lukaku. E nel chiudere il più facile degli sproloqui, aggiungo: meglio perderti che trovarti. Venticinque gol (forse qualcosa di meno) in qualche modo si raccattano. L'onesta intellettuale, invece, non si trova così facilmente sugli scaffali del supermercato.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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