Hakimi partirà, ma il pessimismo cosmico che si legge in giro è privo di significato

Giorno nonmiricordopiùquale della narrazione Hakimi. Che partirà, come la nave di Sergio Endrigo avevamo già scritto, alla fine partirà per una cifra ogni mattina differente, un po’ come il malloppo che l’Inter dovrebbe mettere in cassa per assicurarsi la prossima stagione, per qualcuno cento milioni e rotti, per altri novanta, per altri settanta, chi si avvicina di più vince qualchecosa? Ma partirà, per garantire denaro frusciante alla Società, mai come in questa sessione di mercato attenta a operazioni fantasiose sia economicamente che tecnicamente. Sotto l’abile, mah, regia del suo agente, di Hakimi intendo, molto disposto alla chiacchiera e alla loquacità, con frasi mirate al cuore dei tifosi e fazzolettini a gogò nelle tasche per asciugare le lacrime. Il tutto mentre dalla Cina si mormora, secondo Bloomberg mica perché io ho le fonti che mi imboccano, nessuna fonte giurin giuretta, semplice lettura di quotidiani assolutamente credibili, di come un pool formato da potenti aziende locali stia cercando l’accordo per sostenere economicamente Suning, veicolo adatto al business di loro competenza e, di conseguenza, l’Inter. Il tutto, chiaro, tralasciando Alibaba, di nuovo in auge dopo mesi trascorsi alla macchia. Insomma, nulla di nuovo dal mondo finanziario di Pechino dove l’altalena è sport nazionale ormai, un giorno in alto e il giorno dopo a terra. Staremo a vedere e seguire con occhio di riguardo lo sviluppo della situazione. Sempre senza fonti, tanto per chiarire.
È stata la settimana dei rinnovi in casa nerazzurra e, in alcuni casi, dei saluti. Partiamo da questi ultimi: ciao a Sebastian De la Fuente, tecnico della primavera e prima squadra femminile, dopo ben cinque anni. Ciao, enorme, a Lele Oriali, che ricordo coi basettoni esordire in serie A nel campionato 1970/71, ero piccolo piccolo ma l’immagine è ancora assai nitida: e, perdonatemi, non sono molto d’accordo riguardo all’allontanamento del Lele. Ha sbagliato a dire certe cose, probabilmente scomode? Forse. Ma Oriali non è un bambino che puoi tenere a bada con caramelle e cioccolatini. Forse, in cuor suo, una vita da mediano aveva già deciso di andarsene, forse. Comunque nel mio cuore nerazzurro un posto speciale per Lui ci sarà sempre.
Capitolo rinnovi: non capisco lo strapparsi le vesti per il prolungamento annuale di Ranocchia e D’Ambrosio, reduci da annate più che positive e ancora integri per la causa nerazzurra: comprendo un filo meno quello di Kolarov ma, evidentemente, Simone Inzaghi ha dato il suo placet e deciso di provare a coinvolgere l’esterno serbo nel nuovo progetto. Così come, santissimi numi, oggi è il 4 luglio, giorno dell’indipendenza statunitense con annesso film non consigliato, di più, magistrale interpretazione di un Tom Cruise che non ti aspetti e, a parte la succitata cessione di Achraf ancora da chiudersi non mi sembra sia partito chissà che o chissà chi. Certo, l’infortunio di Eriksen è stato un vero fulmine a ciel sereno, forza Christian siamo tutti, ma proprio tutti, con Te, e l’ingaggio di Calhanoglu ha rappresentato la soluzione migliore, andate a leggere i numeri del ragazzo in Italia prima di emettere sentenze stabilite non si sa bene in base a cosa ma oggi, in pratica, giocheremmo così: Samir, Skriniar, De Vrij, Bastoni, Hakimi, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic, Lukaku, Lautaro.
OGGI, sia chiaro, prima che qualcuno mi scriva eeehhhh ma, ooohhhh sì…uuuhhhhh tanto moriremo (calcisticamente) tutti.
Quando qualcuno se ne andrà ci martelleremo con attenzione gli zebedei, con molta attenzione. Spiace assai, lo ripeto con costanza e abnegazione, tutto questi pessimismo cosmico che leggo in giro e trovo privo di significato. Probabilmente sarò sbagliato io, che ci volete fare.
Da ultimo, non certo perché ultimo, capitoletto sponsor: c’è, dicono quelli sempre bene informati, è statunitense, californiano per l’esattezza, multi mega miliardario, tecnologicamente avanti anni luce. Anche qui non ci resta che attendere: piangere, casomai, dopo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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