Guardare l'Inter oggi spiazza. Ma bisogna lasciar lavorare la dirigenza
Guardare l’Inter il 28 di luglio a tre settimane dall’inizio del campionato ti spiazza un pochino. Ti senti orfano di gente che per un motivo o per l’altro ha fatto le valige: Onana, Brozovic, Skriniar e Lukaku sono ormai ricordi, belli e meno belli ma comunque pensieri del passato. Inutile negare di non provare un po’ di smarrimento a vedere Brozovic giocare contro i suoi ex compagni con un’insolita maglia gialla, oppure vedere il figlio di uno dei nostri eroi passati difendere la porta al posto di Andre Onana. Eppure è così, il tempo passa e niente rimane uguale. Brozo gioca in Arabia e Filip Stankovic para (e lo fa molto bene) tra i pali della porta nerazzurra. Sarà strano vedere Skriniar il primo agosto giocarci contro con la maglia del PSG e trovare Lukaku magari da avversario in campionato.
Però lo smarrimento si mischia inevitabilmente alla curiosità di scoprire i nuovi arrivati, alcuni di questi cercati, voluti e soffiati alle avversarie. Frattesi si impone da subito con personalità e qualità, segna il bellissimo gol dell’1-1 regalando una gioia a noi e una sicurezza in più a mister Inzaghi. Thuram non segna ma fa subito capire che tipo di giocatore è. Partiamo dal presupposto che la condizione non può essere la migliore, la preparazione è appena iniziata e il jet lag non ancora smaltito non aiuta a “carburare”, ma Marcus accelera e crea e non è cosa da poco. Bisseck deve ancora inserirsi ma, nonostante una piccola incertezza sul gol dell’Al nassr, mi è sembrato sul pezzo e pieno di voglia di “spaccare” il mondo. Mi è piaciuto anche Cuadrado anche se lui ormai lo si conosce bene: buona prestazione del colombiano che corre, crossa e dribbla senza tuffi inutili.
Abbiamo creato tantissime occasioni da gol anche molto chiare e limpide ma, come spesso ci accade, ci siamo persi nel bicchiere d’acqua dell’ultimo tocco. Difetto che ci portiamo dietro da anni e che, forse, è per noi innato e irrisolvibile. Lautaro gioca bene, dimostra di essere un leader con la fascia sul braccio in più ma sottoporta ha avuto qualche problema di lucidità: capita, e’ solo la prima partita. Discorso diverso per Correa che, nonostante abbia avuto più di una possibilità di incidere, ancora una volta non è riuscito a diventare decisivo. Il Tucu riuscirà prima o poi a svoltare e cambiare il suo destino interista? Ogni partita che passa diventa più difficile.
Lunedì arriva il Psg. Noi tutti, con Inzaghi in testa, speriamo che in campo si possano vedere altri nuovi arrivi, Sommer in primis. Bisogna però lasciar lavorare la dirigenza che, ormai, ha ampiamente dimostrato di saper navigare in mezzo alle difficoltà di un mare in tempesta con un mercato in salita. Siamo solo a fine luglio e di tempo ancora ne abbiamo.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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