Da Conte a Inzaghi, il cambio di rotta è evidente: quest'Inter non è costruita per difendere
Questione di baricentro, di piedi buoni e di interpretazione di gioco. Tutti aspetti che differiscono risoetto alla stagione passata e segnano la differenza tra l’Inter di Conte e quella che invece porta le sembianze attraverso cui Simone Inzaghi punta di plasmarla. Un cambio di rotta che appare evidente già al punto di vista delle statistiche di queste prime giornate, e che appare però ancora più evidente nell’unica partita che ha comportato delusione sia per chi c’era prima che per chi c’è adesso, ovvero quella di Champions contro il Real Madrid.
In quella serata è apparso evidente come l’Inter non sia stata costruita per difendere, e che a maggior ragione non si possa più permettere di tenere basso il suo baricentro di gioco puntando sullo strapotere fisico di Lukaku come invece accadeva sino a maggio.
L’innesto di Edin Dzeko al fianco di Lautaro Martinez implica anzitutto che il possesso palla debba essere orientato dai nerazzurri affinché il bosniaco possa essere efficace in quelle che sono le sue caratteristiche principali, e poi che il reparto avanzato debba giocare decisamente più vicino alla porta avversaria per far decollare quegli scambi nello stretto e quelle intuizioni tecniche in grado di poter mettere in difficoltà le difese.
Un aspetto che assume rilevanza ancora maggiore se si fa riferimento alla qualità dei piedi di cui Inzaghi dispone, per le quali lo stesso Dzeko si è reso protagonista di lodi sperticate. Calhanoglu e Dimarco sono le possibilità principali attraverso cui armare da gioco da fermo o da palla in movimento le doti aeree dei saltatori interisti, aggiungendo un’opzione potenzialmente esiziale alle giocate avanzate dei Campioni d’Italia.
Un’interpretazione diversa, dunque, che affonda sì le sue radici nella disciplina schematica imposta da Conte in cui i protagonisti rimasti a Milano hanno sviluppato i propri sostanziali miglioramenti, ma che può usufruire di una maggiore libertà nelle giocate che consente ai nerazzurri di avere maggiore imprevedibilità e di conseguenza di essere più difficilmente leggibile per le retroguardie che vengono fronteggiate. Il tutto in attesa di avere a disposizione con continuità l’accoppiata che più delle altre fa della fantasia la propria qualità principale: il Tucu Correa ed Alexis Sanchez. Con il loro supporto, alternato o contestuale a chi sta provando a trascinare la squadra ora, anche l’Inter di Inzaghi potrà affermare di avere trovato la sua conformazione definitiva. Completare il processo dalle parti alte della classifica è certamente una condizione indispensabile per continuare ad avere pazienza.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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