Come si vince il derby: le carte dell’Inter e cosa temere del Milan e di sé
Sarà anche prematuro il derby, ma c’è un dato di fatto degli ultimi anni, diciamo da Conte in poi: ogni derby ha poi indirizzato il corso di Inter e Milan per il girone a venire. E dunque pur se entrambe hanno iniziato a vele spiegate, però non è assolutamente da escludere il contraccolpo nel caso ci sia una sconfitta.
Meglio dal punto di vista tecnico, tattico e atletico non potevano arrivarci. Simone Inzaghi ha lamentato per sé e per il suo collega le sole 48/72 ore per preparare la partita con tutti gli effettivi, e dunque il calendario che ha messo la partita proprio al rientro dalle nazionali, contingenza peraltro che l’anno scorso era piuttosto indigesta all’Inter: i nerazzurri fecero addirittura due sconfitte su due dopo le uniche due pause per nazionali della stagione, il Milan invece due vittorie su due incluso lo storico 0-4 a Napoli.
L’Inter però, tranne la inaspettata continuata defezione di Alexis Sanchez, dovrebbe avere tutti gli effettivi a disposizione, in un armonico impiego di quasi tutti i doppi cambi che era proprio quello che Inzaghi desiderava per la stagione (da verificare però le condizioni d Cuadrado, e quello sì sarebbe un imprevisto indifesto). Se nulla osterà, è facile attendersi di nuovo la stessa formazione per la quarta partita su quattro, del resto perché cambiare senza motivazione. Vedrete che alla fine anche il Milan schiererà la stessa formazione nonostante gli acciacchi soprattutto di Giroud ma anche di Theo Hernandez. La stessa tranne Tomori squalificato, che sarà sostituito da Kalulu e Thiaw. Lì sì che potrebbe crearsi l’assenza, ma non per Tomori, no: perché si segnala un Kalulu malconcio in nazionale, e sì che invece la sua presenza al posto di Tomori sarebbe un toccasana per il Milan, vista la costante presenza dell’inglese negli errori difensivi.
L’Inter ha già sciorinato una facilità di calcio impressionante, una fluidità e padronanza di manovra inaspettate. La novità di Marcus Thuram, la sua interpretazione del ruolo con velocità e generosità, accorciando, svariando, aprendo spazi e rubando palloni, è una nuova dimensione per l’Inter che crea imprevedibilità nelle soluzioni e pericolo costante per gli avversari grazie agli inserimenti a getto continuo del centrocampo.
I nerazzurri devono temere l’impetuosa manovra offensiva del Milan, meno ragionata dell’Inter ma più devastante, basata su strappi sovraritmo e al di là delle geometrie dentro di Reijnders e della fisicità di Loftus-Cheek, più che altro travolgente nella forma scintillante di Leao e nella costanza di percussione di Pulisic. Dunque è sulle fasce che l’Inter deve stare molta accorta, nel gioco di copertura dei quinti, che non devono mai farsi trovare troppo distanti dai braccetti.
Se questo è l’aspetto più pericoloso in sé del Milan, il problema endogeno dell’Inter può essere il baricentro sbilanciato in fase senza palla nel momento in cui si è consumato l’attacco: a Mkhitaryan è capitato di farsi trovare troppo alto in questo inizio di stagione - fattore dovuto soprattutto alla superiorità netta marcata dall’Inter nelle prime tre partite. Ma non trovarsi oltre la linea del pallone in fase di non possesso sarà fondamentale, perché gli strappi del Milan sarebbero difficili da rabberciare velocemente in ripiegamento.
Testata giornalistica Aut.Trib.di Milano n.160 del 27/07/2021
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