Come restare forti

Come restare fortiTUTTOmercatoWEB.com
giovedì 21 ottobre 2021, 09:08Editoriale
di Lapo De Carlo

Dopo la vittoria sullo Sheriff torna l'entusiasmo e qualche certezza in più, ma c'è il rischio che qualcuno si convinca all'eccesso di potenzialità della squadra. 

Il successo contro una formazione ben organizzata, capace di vincere le prime due partite nel girone è sicuramente molto importante, ma va ricordato che i 3 punti devono essere trovati anche al ritorno e alcuni problemi devono ancora essere risolti.

Per intenderci Simone Inzaghi deve avere tempo per capire la creatura che ha a disposizione e non è immaginabile che nell'arco di 3 mesi possa trovare tutti gli equilibri che i tifosi pretendono. 

Esattamente un anno fa, a questo punto del campionato e della Champions League, Conte era sesto in classifica e aveva solo 2 punti nel girone. Quell'Inter aveva degli equilibri ancora precari, la squadra giocava più nella metà campo avversaria ma costruendo tante palle gol di cui il tecnico si lamentava perché non venivano capitalizzate, più o meno come in questo periodo, con la differenza che oggi è terza in Campionato e ha 4 punti nel girone.
Dopo l'eliminazione dalla Champions era partito l'hashtag #Conteout e a dicembre la questione Eriksen era lontanissima dall'essere risolta.

Il paradosso è che e tifosi dell'Inter percepiscono comunque questa squadra per quello che le partite hanno detto, al di là del risultato.

Mancando tre campioni sostituiti da giocatori validi ma in difficoltà, emerge più la fragilità o la vulnerabilità sulla lunga distanza.
Il 3 5 2 di Inzaghi è estremamente propositivo ma il problema è che quando l'Inter perde palla le marcature preventive spesso non funzionano e si creano delle opportunità per gli avversari.
Non avendo la forza di Lukaku in avanti e lo strapotere fisico che permetteva alla squadra di salire e rifiatare, sceglie di attaccare con più uomini ma esponendosi facilmente alle ripartenze.
Il terzo di centrocampo è orfano di un titolare di riferimento. Il Vidal visto con lo Sheriff è un candidato autorevole, il Sensi finalmente ritrovato ha mostrato in pochi minuti perché, se avesse un fisico che lo supporta nessuno lo schioderebbe dalla titolarità, Calhanoglu quel ruolo non lo sente, mentre Vecino e Gagliardini sono delle opzioni in casi di necessità.
Barella e Brozovic (che ha lanciato una frase sibillina verso la società, riguardo al suo contratto in scadenza a giugno) sono i due cuori pulsanti di questa squadra ma spicca soprattutto la continuità di Perisic. Il croato, anch’esso in scadenza sta mostrando di avere quella personalità che negli anni sembrava essere sempre mancata. Faceva una partita straordinaria e poi una passiva, connotando le sue stagioni con diversi passaggi a vuoto. Con Inzaghi sembra essere più coinvolto e sembra più leader. Vedremo presto se si tratta di un’illusione.
Con la Juventus domenica sera emergeranno più facilmente i problemi ma anche le armi di Inzaghi. Negli scontri diretti con Atalanta e Lazio le cose sono andate male e con i bianconeri per qualche ragione ancestrale l’Inter non gioca le sue migliori partite, salvo qualche caso.
Se vuole restare grande deve diventare molto più cinica e meno bella. Giocare bene non significa essere spettacolari ma organizzati in ogni fase di gioco, capace di non perdere la testa e restare in partita per tutti i 90 minuti.
Ci si aspetta la crescita di Dumfries, una riconferma di Vidal, l’inserimento graduale di Sensi, il miglioramento di Bastoni e una reazione da parte di Calhanoglu e Correa. Non sono poche cose.
In questo senso la partita di domenica dirà molto di più di quanto non possa fare il risultato. 
Amala